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’Pianeta’ polli: un mosaico di razze e di gusto

I migliori sono quelli ruspanti e tipici della Toscana. Il più diffuso però è il “broiler“, creato apposta per gli allevamenti intensivi

Certo il pollo è un animale strano. E’ un uccello e non vola. E’ la specie di uccelli più numerosa al mondo. Sul pianeta in cui tutti noi viviamo, si mangiano tantissimi polli, ne vengono uccisi circa 137 milioni al giorno.

Certo c’è pollo e pollo. Quello di Aldo viveva libero e felice nell’aia, beccava di tutto e la sera andava a letto dietro ad un deciso fischio di Aldo. C’è il pollo del Valdarno, c’è la nana Mugellese, la gallina Padovana, c’è il pollo siciliano proveniente dall’Africa settentrionale. Ci sono le mitiche galline livornesi, famose produttrici di splendide uova. Poi ci sono i polli biologici.

Voglio però parlarvi del protagonista indiscusso dell’allevamento intensivo: il pollo broiler. Nato nei segreti laboratori di genetica applicata, selezionato esclusivamente per l’ingrassaggio, il broiler è il pollo più mangiato al mondo. È un animale incredibile, che in soli trentacinque giorni arriva a pesare in media due chili e mezzo. Vive in grandi capannoni anonimi e spogli insieme a decine di migliaia di suoi simili. È tenuto sveglio con una luce artificiale grigiastra e, per evitare i fenomeni di cannibalismo, non ha la possibilità di muoversi (quindici, a volte anche venti polli, sono stipati in un metro quadro). Si nutre di mangimi industriali principalmente costituiti da mais e altri cereali con l’aggiunta di integratori a base di sostanze grasse per favorire la crescita.

E non finisce qui. Sull’alimentazione di questi polli, che non è per niente trasparente, c’è perfino chi sostiene che i mangimi possono contenere proteine animali derivanti da interiora, teste, zampe e piume dei loro fratelli morti. Il broiler, immobile nel suo minuscolo angolino, è costretto a mangiare in continuazione e defecare sempre sulla stessa lettiera, respirando l’ammoniaca che si libera dagli escrementi. La maggior parte dei broiler subisce uno stress incredibile, alcuni muoiono perché gli scoppia il cuore che non riesce a sopportare il peso enorme del proprio corpo, altri muoiono di stenti perché non camminando, gli arti si atrofizzano, cadono e non riescono più a mangiare. In Italia sono allevati in questo modo e poi mangiati dai 500 ai 520 milioni di polli all’anno.

Fabrizio Diolaiuti