
VIAREGGIO
Tra le sei pedane aggregative a sfilare al Carnevale 2024 non ci sarà quella del Marco Polo.
La commissione tecnica e il Cda della Fondazione hanno confermato invece i Burlamatti, il Rione Darsena e #Nonsolounacarretta-Bagno Aretusa-Carneval Puccini; ad essi si aggiungono le nuove partnership, nate appositamente per il triennio 20242026, tra Salmastrosi e Rione Terminetto, Carneval Corsaro e Croce Verde ed infine tra Burlamania e Rione Migliarina.
La spiegazione è arrivata ieri dalla presidente Marialina Marcucci: "La commissione tecnica ha rilevato delle carenze in varie proposte, ma le maggiori riguardavano il Marco Polo che ha presentato il bozzetto senza un vero progetto, cioè solo un disegno. Mancavano le misure della pedana richieste dal bando, non hanno indicato il ricovero della “carretta“, e nemmeno l’attività sociale svolta con i ricavi".
Infatti il bando aveva stabilito nero su bianco questi criteri di valutazione: rappresentatività delle località della tradizione storica del territorio e della funzione di aggregazione sociale che viene svolta nell’arco dell’anno; valutazione artistica del progetto compresi i costumi; autonomia di ricovero della carretta prima e durante i corsi mascherati; presentazione o meno dei bilanci degli ultimi tre anni; avere o non avere dato contributi al sociale negli ultimi tre anni. Tutti fattori chiari e stringenti che, evidentemente, hanno fatto sì che la richiesta del Marco Polo, nonostante la festa rionale avviatissima, i tanti iscritti pronti a partecipare, ed il ricovero assicurato dove poter parcheggiare la carretta, non potesse venir accettata.
Rifugio sicuro per gli appassionati di Carnevale un po’ vintage, perché vogliosi di godersi la sfilata saltando e ballando con scomposto entusiasmo e senza dover sottostare alle rigide regole imposte da uno spettacolo coreografico, le carrette sono motivo di costante scontro tra i pasdaran della tradizione carnevalesca, impegnati a difendere la sfilata dalle contaminazioni esterne, e gli innovatori, che invece cercano uno spettacolo che vada oltre la sola e classica costruzione allegorica. Non c’è bando, biennale e triennale che sia, in cui il loro numero non faccia discutere, certo la loro presenza rimane imprescindibile perché rappresenta l’anima e la storia del Carnevale viareggino. Tanto che Marcucci osserva: "Spero che il Marco Polo faccia qualcosa per il suo rione".
Sergio Iacopetti