"Fra le attività che rimangono aperte durante il periodo in cui una zona diventa rossa a causa del Covid 19, ci sono quelle che provvedono ai beni di prima necessità. Alimentari, farmacie, negozi di biancheria, tabaccherie e altri fanno parte dell’elenco dei negozi che, anche nei momenti di massima estensione della pandemia, possono continuare a lavorare. Con il Governo precedente fra queste attività c’erano anche le attività di parrucchiere e estetisti, con il cambio di premier la situazione è cambiata, e anche queste attività rientrano fra quelle che devono chiudere i battenti nelle zone a massimo rischio". Lo dice Francesco Rovai (nella foto), titolare del salone Arianna di Giusi e Francesco a Viareggio e portavoce Cna della categoria dei parrucchieri. "La nostra delusione principale – dice Francesco Rovai, titolare del salone Arianna di Giusi e Francesco a Viareggio e portavoce Cna della categoria dei parrucchieri – è che prima eravamo in una condizione in cui si capiva che anche la nostra attività, in ambienti a zero rischio, era necessaria per il benessere delle persone. Noi facciamo stare bene le clienti in un momento così penalizzante, continuativo e mortificante". Secondo Rovai, infatti, il parrucchiere (così come le estetiste) tendono a dare la piacevolezza del sentirsi bene con se stessi. E questo fa parte della prima necessità delle persone. "Tutto questo ci ha demoralizzato – continua – perché al di là dei beni materiali, anche la cura dell’aspetto psicologico ha una grande importanza. La nostra attività è fonte di carica emotiva. La Cna ha sostenuto questo principio, insieme alle esigenze economiche, anche nei confronti del Governo Draghi, dove invece è mancato questo aspetto umano".
Cronaca"Parrucchieri ed estetisti lavorano in sicurezza, perché le chiusure?"