MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Oltre al voto ci vuole di più: "Serve un giudizio motivato"

Le riflessioni dei carristi dopo la pubblicazione delle schede dei trenta giurati "Le critiche sono costruttive solo se accompagnate da una spiegazione" .

Oltre al voto ci vuole di più: "Serve un giudizio motivato"

Ogni anno i verdetti del Carnevale innescano il dibattito. Che si accende sotto gli altoparlanti (quando funzionano...) del Viale a Mare, e divampa dopo la pubblicazione delle schede dei giurati. Su quale sia il miglior giudice per il Carnevale le posizioni sono tante e opposte: c’è chi sostiene sia meglio affidare questo compito a tecnici e chi al popolo, che del Carnevale è spettatore. Chi ritiene che una commissione indigena sia più “competente“ in materia di cartapesta, e chi invece sostiene quella forestiera, perché libera da ogni condizionamento. Ma non è tanto sulla composizione della giuria quanto sul metodo di voto che i carristi aprono invece una riflessione.

"Credo che un giudizio motivato – dice Michele Cinquini, tra i più giovani talenti della cartapesta che negli anni ha maturato una portentosa crescita di stile e manualità – possa aiutare il Carnevale, ed ogni costruttore, a migliorarsi". Da anni ormai non funziona così, i giurati nominati dalla Fondazione hanno il compito di esprimere solo una classifica secca senza alcuna nota a margine. Classifica che alla fine rimarrà anche anonima. "Noi ad esempio – prosegue Cinquini, che con “Bla Bla Bar“ ha conquistato il Burlamacco di bronzo – abbiamo ottenuto da due giurati il nono piazzamento. Ma senza alcuna spiegazione. Le critiche si accettano, ma affinché possano arrivare i giusti stimoli – prosegue Cinquini – queste critiche dovrebbero anche essere costruttive". Sono addirittura sei gli ultimi posti rimediati dai Breschi con “Ascolta ragazzo“, che comunque alla fine ha conquistato il secondo posto tra i giganti. "Onestamente – racconta Alessandro Breschi , – ho passato tutta la notte a chiedermi il perché di questi voti così punitivi. Cosa non sia piaciuto della nostra costruzione. Il significato? La modellatura? I colori?". Domande che non avranno mai una risposta.

Della possibilità di rivedere il metodo di voto i costruttori hanno già parlato con la Fondazione Carnevale: "Proprio quest’estate abbiamo chiesto al Cda se non fosse opportuno chiedere ai giurati di abbinare alla classifica anche un breve giudizio per motivare la scelta – racconta il trionfatore Jacopo Allegrucci, al terzo successo consecutivo –. Credo che sarebbe importante per ognuno di noi, indipendentemente dal piazzamento". Per Alessandro Avanzini, una degli artisti più puri del Carnevale, "questo meccanismo, che punta tutto sulla competizione, lede la professionalità di aziende con anni di esperienza". Ma "la categoria – aggiunge – dovrebbe prima di tutto fare una riflessione sulla modalità di produzione del Carnevale. Da anni propongono ai giovani colleghi di rilanciare un’associazione di categoria. Per tornare ad essere finalmente autorappresentivi".