Offese razziste, squalificato baby calciatore

A un torneo under 17 un giocatore del Camaiore ha detto a un avversario: "Torna al tuo paese...". Dovrà stare fermo dieci giornate

Michele Pardini, presidente del Camaiore, dispiaciuto per quanto accaduto

Michele Pardini, presidente del Camaiore, dispiaciuto per quanto accaduto

Camaiore (Viareggio), 17 settembre 2022 - Offese razziste su un campo di calcio e conseguente maxi squalifica ai danni di un baby calciatore del Camaiore. Il ragazzo, durante una partita di un torneo under 17 giocato il 30 agosto scorso si è reso protagonista di un brutto episodio ai danno di un avversario di pari età del Don Bosco Fossone proveniente dalla Costa d’Avorio a cui "rivolgeva – si legge nel bollettino ufficiale della Figc – più volte frasi di discriminazione razziale". "Torna al tuo paese…" la frase incriminata, ripetuta, insieme ad altre, più volte. La conseguenza è adesso una bella punizione che lo terrà lontano dal campo di calcio per quasi tre mesi.

La partita era stata disputata il 30 agosto scorso nell’ambito del Trofeo Marble Football Club: le squadre in competizione erano, come detto, Camaiore e Don Bosco Fossone. Si tratta di giovani, il torneo è under 17, ma certi termini sono gravi e vanno pesati, anche se il presidente dell’AS Camaiore, Michele Pardini, cerca di tirare acqua sul fuoco pur consapevole dell’errore e della colpa del ragazzo: "Abbiamo saputo del problema sorto in seguito al fatto che il nostro tesserato ha detto “torna al tuo paese“ a un atleta avversario - spiega Pardini - Altre offese a noi della società non risultano in quanto non le abbiamo sentite, ma non possiamo neanche escluderle". In ogni caso episodi del genere non sono accaduti prima all’interno della società Camaiore da sempre attenta a far crescere i propri giovani tesserati secondo le regole dello sport e del rispetto dell’avversario. "La mostra società – assicura ancora il presidente Michele Pardini – è sempre stata un esempio di correttezza verso tutti. Siamo dispiaciuti e reputiamo il fatto da condannare e chiediamo scusa per quanto accaduto".

Amarezza anche sulla sponda opposta. "Sono cose che nel calcio non dovrebbero mai succedere. Se fosse accaduto nella mia società avrei preso seri provvedimenti perché siamo noi allenatori e dirigenti a dover insegnare ai ragazzi i valori e il rispetto per gli altri", sostiene il direttore sportivo del Don Bosco Fossone Alessandro Antonelli. La rabbia, la stanchezza e la sfida che caricano i calciatori giovani o maturi in gara certo non possono giustificare epiteti o frasi discriminatorie: l’espulsione del giovane per dieci giornate di campionato servirà da deterrente e lezione di vita e di gioco. Il provvedimento è ’ stato assunto il 6 settembre scorso dal giudice sportivo territoriale del Comitato regionale Toscana della Figc dopo che gli atti gli sono stati trasmessi dal GST presso la Delegazione Provinciale di Massa Carrara.