
Nove maestri a caccia della corona. Riparte la rumba delle classifiche
Altro giro, altra corsa. Con l’edizione che prende il via oggi pomeriggio, si apre la nuova corsa triennale valida per le promozioni (e le retrocessioni) da una categoria all’altra. Come funziona il meccanismo? Breve vademecum: ognuna delle quattro categorie ha un determinato numero di artisti in concorso – nove in Prima Categoria, quattro in Seconda, otto nelle Mascherate in gruppo, otto nelle Maschere Isolate – che, corso dopo corso, verranno votati dai giurati scelti dalla Fondazione Carnevale.
Prendiamo, a titolo di esempio, la Prima Categoria: ogni giurato dovrà mettere in ordine i nove costruttori dal suo preferito (primo: 1 punto) a quello che lo avrà colpito di meno (nono: 9 punti). Chiuse le sfilate, i voti raccolti saranno sommati per determinare il vincitore di quest’anno – quello che avrà meno punti – e la classifica finale darà un punteggio analogo – primo: 1 punto, secondo: 2 punti e così via – per stabilire, su base triennale, promozioni e retrocessioni. Anche in questo caso, dunque, a piazzamenti peggiori corrisponderanno punteggi alti. Il più alto, dopo l’ultimo corso del 2026, scenderà in Seconda, rimpiazzato dal primo classificato della cadetteria.
Ai nastri di partenza, troviamo il (bi)campione in carica Jacopo Allegrucci con "Va’ dove ti porta il cuore", che racconta l’adolescenza e le situazioni insidiose che spesso, come Arpie, distraggono i ragazzi. Alessandro Avanzini, il più titolato del parterre (da anni insegue la doppia cifra), porta sul viale a Mare "Il circo dei sogni", con protagonista Salvador Dalì, pronto a stigmatizzare il narcisistico desiderio idolatrico del terzo millennio.
La cattiveria e l’aggressività della nostra società, assuefatta al consumismo e infelice, sono raccontate da Luca Bertozzi in "Più denti!!! The world’s greatest show", allegoria sulla pornografia del dolore. Luigi Bonetti, con "Octopus 5.0 - La rivoluzione artificiale", tratta il tema della rivoluzione operata dall’intelligenza artificiale e dall’insorgere di nuove, preoccupanti sfide.
I neopromossi Massimo e Alessandro Breschi chiamano in causa Mario Tobino con "Ascolta ragazzo..." (’Ascolta ragazzo, la droga mai’ è il titolo di un’opera del 1978 dello scrittore viareggino), opera che mette in guardia le nuove generazioni dalla continua evoluzione delle droghe. S’intitola "Bla bla bar" il carro di Umberto, Stefano, Michele e Jacopo Cinquini: la Rana versa bicchieri di "verità" al grande caprone stordito, mentre Monna Lisa, simbolo di bellezza, oscilla ferita nella sua dignità.
Si torna a parlare di intelligenza artificiale con Lebigre e Roger, che indagano la natura curiosa ed esploratrice dell’uomo in "Svegl-I.A. - Una storia semifantastica di intelligenza alternativa": una riflessione sulla tecnologia che rischia di far dimenticare all’uomo la propia essenza, in un mondo sempre più in declino. Carlo e Lorenzo Lombardi sono gli altri neopromossi dalla Seconda: il ritorno tra i ’carri grandi’ è affidato a "Il profumo delle rose nelle spine", costruzione liberamente ispirata a Marco Cavallo, la scultura di legno e cartapesta realizzata nel 1973 dai pazienti del manicomio di Trieste diretto da Franco Basaglia. Chiude (ma solo per motivi alfabetici) la rassegna dei nove maestri di Prima Categoria Roberto Vannucci, che quest’anno presenta "È tempo di cambiare", un grido d’allarme contro l’emergenza climatica che attanaglia un pianeta inquinato e ferito, mentre l’uomo continua a illudersi di poter realizzare i propri desideri attraverso l’effimero, il consumismo e la rincorsa al denaro, distruggendo la natura.
In bocca al lupo a tutti.