’No’ alla Bolkestein, 100 bagni fanno ricorso

Massiccia mobilitazione al Tar. Si confida nella sentenza del Consiglio di Stato a favore delle concessioni rilasciate prima del 2009

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di Daniele Masseglia

È una mobilitazione massiccia quella promossa dai balneari della Marina, decisi a tutto pur di evitare le temute aste delle concessioni balneari a partire dal 2024 in applicazione della direttiva Bolkestein. Al momento ben 81 concessionari hanno presentato ricorso al Tar per chiedere infatti che sia loro riconisciuto il legittimo affidamento in virtù di una sentenza con cui lo scorso gennaio il Consiglio di Stato ha sancito che le concessioni rilasciate prima del 2009 siano escluse dall’evidenza pubblica. Ma la cifra dei balneari è destinata ad arrivare quasi a quota 100 in quanto alcune notifiche devono ancora arrivare.

I ricorsi sono stati notificati al Comune tra il 4 e il 28 ottobre, con i concessionari, difesi dagli avvocati Roberto Righi, Marco Brusco ed Ettore Nesi, che hanno tirato in ballo anche lo stesso Comune, al quale è stato chiesto il rilascio di un titolo concessorio nel quale sia previsto il rinnovo senza soluzione di continuità. Tradotto, i balneari chiedono al Tar di accertare che il rapporto concessorio di cui sono titolari debba qualificarsi come rapporto pluriennale di durata indefinita. "Secondo i nostri legali – spiega Francesco Verona (nella foto), presidente del Consorzio mare Versilia – la Bolkestein non è applicabile alle concessioni rilasciate prima del 2009 in quanto la direttiva è entrata in vigore a fine dicembre 2009. Alla fine i ricorsi arriveranno a quota 98, cioè la quasi totalità dei nostri concessionari. Restano fuori quelli che hanno preferito fare l’atto formale, che consente di arrivare al 2035 in virtù di un piano investimenti che ha in sostanza originato una nuova concessione della durata dai 6 ai 20 anni. La maggior parte di noi non ha scelto invece questa strada perché per alcuni di noi gli investimenti sarebbero stati onerosi e in un clima di incertezza, e inoltre al termine della nuova concessione c’è il rischio che i beni vengano incamerati dallo Stato, a meno che non venga cambiata la legge. Stiamo facendo di tutto – conclude – per salvare le nostre concessioni: dobbiamo sperare in questo ricorso, perché sarà l’ultimo che possiamo fare, fiduciosi sulla sentenza del Consiglio di Stato, e nel governo Meloni, che ha detto di voler salvare le concessioni".

Quanto al Comune, la giunta, da prassi, ha deciso di resistere in giudizio come deliberato pochi giorni fa affidando la difesa all’avvocato dell’ente Marco Orzalesi. La richiesta contenuta nel ricorso, infine, oltre che il Comune coinvolge anche il ministero e l’Agenzia delle entrate.