Ragazzina uccisa con un colpo di pistola, il papà: "Non ce l’ho fatta a vederla"

Il padre distrutto: "Nicolina era bellissima, forte, intelligente..."

Nicolina Pacini

Nicolina Pacini

Viareggio (Lucca), 22 settembre 2017 - Non è riuscita a vederla, a sfiorarla: «sono sicuro che il mio cuore non avrebbe retto». Ezio Pacini è rimasto accovacciato alla porta dell’obitorio degli Ospedali Riuniti. Quando, dopo una notte di viaggio, da Viareggio è arrivato a Foggia il cuore di sua figlia aveva già smesso di battere. Ha lasciato che Donatella portasse anche per lui un bacio, l’ultimo, a Nicolina. «Il mio cuore – ripete – non è così forte. E mia figlia... mia figlia non è più lei. E’ irriconiscibile, irriconoscibile. Me l’ha ammazzata».

Perde il respiro Ezio, il dolore gli toglie il fiato. Ricaccia via la mostruosità, allontana il pensiero da quel colpo di pistola che ha devastato il suo angelo. «Dovevi vederla, Nicolina era bellissima. Era un angelo, era forte, intelligente, coraggiosa. Era comprensiva, dolcissima». E’ nei pensieri migliori che Ezio trova un po’ di serenità. E la rivede piccolina, con i boccoli sottili come fili d’oro nella casa di via Nino Bixio. Dove tutti insieme, Ezio, Donatella, Nicolina, e il loro secondo genito, hanno vissuto giorni felici.

L’amore, tra Ezio e Donatella, era nato a Torre del Lago. Nel 2000: «Quando lavoravo nel parcheggio della Posada. Donatella all’epoca aveva accompagnato una signora, originaria proprio di Ischitella, che si era trasferita in Germania e che stava trascorrendo alcuni giorni qui». Si sono innamorati all’istante, «per lei ho lasciato ciò che avevo» ricorda ancora Ezio. Dopo due anni è arrivata Nicolina, era il 4 settembre del 2002: pesava 3chili e 750 grammi. «Fu una gioia immensa, era la bimba più bella che avessi mai visto. Aveva degli occhi, così grandi che... erano immensi» E ancora tre anni dopo è arrivato un fratellino. A Viareggio Nicolina è rimasta fino a 8 anni, poi è scesa con la mamma e il piccolino della famiglia a Ischitella, dove era rimasta tutta la famiglia materna. Il tempo e qualche difficoltà avevano logorato quel bell’amore, rimasto comunque affetto. Ma di tanto in tanto Donatella caricava Nicolina e il fratello sul treno e tornava a Viareggio, soprattutto per le vacanze estive. Trascorse sull’arenile della spiaggia libera della Passeggiata, sul molo. Sono tante le foto che ricordano quei giorni, trascorsi con abiti leggeri come i pensieri di ogni ragazzina. Fino a quando non è arrivato lui, Antonio Di Paola.

L’uomo di cui Donatella si è innamorata, nonostante in tanti l’avessero messa in guardia. Un mese fa Donatella è tornata qui, contando di trovare un sostegno da Ezio. Il suo ex marito. «Era esasperata – racconta Ezio – sfinita. Lui continuava a tormentarla con messaggi, telefonate. Voleva fare pace». Già in passato era riuscito a ricucire quel legame, ma stavolta no. Donatella era determinata, e non voleva tornare indietro. Da lui. Dalla sue violenze. Anche se le costava stare lontana da suoi figli, dal 2013 affidati dal tribunale di Firenze ai genitori materni. Contro le minacce dell’ex sono partite le denunce, l’ultima il 12 settembre dalla stazione dei Carabinieri di Viareggio, che l’avevano trasmessa a Foggia.

Giovedì mattina l’epilogo. La ‘colpa’ di Nicolina è stata quella di proteggere sua madre dall’ex compagno. Che voleva sapere di Donatella: dov’era, che faceva, se si era rifatta una vita. Ha atteso la giovane dietro un angolo, dopo la scalinata di Ischitella. Hanno discusso. Lui ha estratto la calibro 22, ed ha sparato. «Gli ha sparato in faccia – Ezio crolla di fronte alla mostruosità –. Ti rendi conto? Ha sparato in faccia a una bambina innocente quel delinquente». La sofferenza si moltiplica quando Ezio pensa all’altro figlio, il più piccolo, e alla sua sofferenza. «Erano molto legati, si volevano un bene di vita». «E’ dura, non so come si possa sopravvivere a tutto questo».