
di Beppe Nelli
L’anno che verrà del turismo sembra ricalcare la canzone di Lucio Dalla, tra i sacchi di sabbia alle finestre (dell’Ucraina) e la promessa di luce tutto l’anno (un miraggio in un deserto energetico costosissimo). Quelle parole sembrano premonire quel che dicono gli albergatori: tanta crisi, grandi speranze. E la convinzione che ci sarà una ripresa di viaggi e presenze a maggio-giugno, anche se le camere costeranno di più (seguendo l’inflazione all’11%, se non maggiormente) mentre i costi di gestione già sono lievitati fino al 50%, senza considerare elettricità e gas raddoppiati o triplicati. Siamo tutti più poveri – gli stipendi non sono agganciati all’inflazione – a parte i frequentatori di Forte dei Marmi.
"Io penso positivo Perché son vivo perché son vivo": la canzone di Jovanotti forse ispira Maria Rosaria Francavilla di Assohotel che dopo il doppio exploit al Muraglione si aspetta molto dai futuri eventi di Viareggio; dal Carnevale centocinquanterario alle celebrazioni pucciniane: "Gli eventi porteranno tanto, anche la fiera del 4x4 tornerà ancora più forte nella prossima stagione. Quello che ci spaventa è la crisi economica, perché materie prime e costi generali sono rincarati e hanno reso le famiglie più povere. Hanno sempre meno budget per la vacanza. Sono aumentati muti, costi energetici, i prodotti di largo consumo, ma gli stipendi no. Quindi è sceso il potere d’acquisto della maggior parte degli utenti. E ciò rende la vacanza estiva 2023 un grande punto interrogativo".
Le prospettive sono quanto mai incerte. "I primi segnali verranno a Pasqua – osserva Francavilla – Al momento le camere già prenotate per l’estate sono scarse, quelle dei pochi stranieri previdenti che già fissano volo, hotel e opera lirica a Torre del Lago. Gli italiani non si sono ancora mossi. Invece sono molto alte le richieste per il Carnevale: sicuramente gli hotel aperti andranno al sold-out durante i corsi". Il problema è che le strutture attive saranno meno che in passato: "Certo, alcuni non apriranno prima di Pasqua perché le bollette sono aumentate e anche le tariffere delle camere dovrebbero essere ritoccate in maniera importante". Francavilla fa il conto della serva: lavanderie aumentate tra il 30 e il 50%, gas ed elettricità raddoppiati se non triplicati, rincarati anche gli alimenti per pasti e colazioni che incidono sul costo finale della camera. Attualmente le tariffe giornaliere sono cresciute attorno al 10%, ma di questo passo i prezzi estivi aumenteranno del 20-25%.
Il perché è ben noto alla presidente di Assohotel: "D’inverno al mare la tariffa della camera è più bassa dell’estate, è impossibile assorbire i rincari. D’estate pesa il consumo dell’aria condizionata, ma i prezzi possono essere maggiori. Vedremo i pacchetti estivi, ma rincareranno anche gli ombrelloni. In questo momento una attendibile previsione dei prezzi estivi è molto difficile". Infatti Maria Bracciotti parla di "un inizio anno non facile". La presidente del Lido guarda l’inflazione che colpisce aziende, famiglie, e "spinge ad aumentare le tariffe, anche se limitatamente. Ma nel secondo trimestre 2023 ci aspettiamo una ngrande ripresa dei consumi e quindi del turismo a maggio-giugno, perché gli italiani prediligono le mete domestiche e speriamo nel ritorno degli stranieri. I segnali sono questi, ma si cerca di capire come superare la crisi in atto. Più di tanto il personale non si può ridurre, va dato un servizio di qualità all’ospite. L’alternativa è stabilire un rincaro ragionevole delle camere, sul 7-8%, e questo anche per la spiaggia e i servizi di ristorazione: l’aumento toccherà tutte le voci del turismo".
Ragionevole o no, se escludiamo i criminali o i super ricchi, i redditi della popolazione non sono in rialzo, anzi. Per questo Bracciotti si augura "una crescita degli stipendi, altrimenti il Paese si ferma. Ma questo non dipende dagli albergatori. A Lido contiamo comunque sulle prospettive della Prima estate che ricomincia il 17 giugno; a marzo ci sarà la Tirreno-Adriatico, e a maggio il Giro d’italia... Portano lavoro negli alberghi, anche solo per la carovana delle ciclistiche. A ottobre Wheels & Waves, con surfisti e motocisclisti. Secondo noi i primi mesi saranno difficili ma poi le presenze turistiche, i consumi e l’economia in generale ripartiranno. Del resto, anche i numeri di questi giorni nelle località di montagna e nelle città d’arte fanno sperare bene".
E ancor meglio spera Paolo Corchia, leader degli albergatori fortemarmini, il cui unico cruccio sembra il rincaro energetico: "La passata stagione ha visto ripresentarsi una clientela internazionale come negli ultimi anni, al di là dei russi che abitano in paese. Il volo Pisa Dubaici ha procurato grandi arrivi dall’Arabia Saudita e dagli Emirati, la forza del dollaro sull’euro ci ha portato tanti americani, ed è confermata la clientela italiana fidelizzata. Le prospettive 2023 sembrano buone, le incertezze nascono dalla guerra. Sperizamo nella pace o almeno in una tregua. Ma l’aumento sconsiderato dell’energia ha costretto troppi hotel a restare chiusi per le festività. Il gas non accenna a diminuire nonostante il price cap, ora si spera nella promessa del calo dell’elettricità ma i rincari di benzina e autostrada preoccupano".
"Io però resto ottimistra – conclude Corchia – perché la Versilia e il Forte sono tra le poche località che hanno retto con le chiusure del Covid. Nessun albergo ha avuto rimborsi particolari perché non siamo arrivati al calo del 30% di fatturato. La pandemia ha pesato sugli investimenti, ma qua è andata meglio della tragedia delle città d’arte. Purtroppo in questa situazione i rincari degli hotel saranno inevitabili, siamo all’11% inflazione e il caro bollette farà aumentare le tariffe. Non sarà possibile coprire tutti i maggiori costi, speriamo di adeguare all’inflazione almeno le tariffe estive. C’è bisogno che i costi dell’energia scendano, perché solo gli hotel extra lusso possono rincarare i prezzi delle camere nella stessa misura degli aumenti dei costi di gestione: non certo gli alberghi da 200 euro a notte".