
Il grande sviluppo, come mai avvenuto prima, del nostro sistema industriale portuale ha tra le tante realtà alcune eccellenze, come Arpeca. Con un fatturato nel 2020 di oltre 12 milioni di euro, è tra le aziende della Darsena con alta crescita nei lavori di riparazione e nei servizi. Il refit prese piede anni fa, quando il varo di nuove costruzioni era entrato in crisi. Ma poi la rivoluzione internazionale ha ridato fiato alle commesse, e adesso il lavoro non manca a nessuno.
Sono una settantina le barche aventi una lunghezza media di 45 metri movimentate e circa venti le refittate, ogni anno. Vale a dire lavoro certo non solo per le professionalità della Darsena, ma anche per le altre che provengono da fuori zona. E’ una evidente conseguenza del fortissimo export italiano, che si somma all’usato, cioè alla ampia gamma di yacht che ha necessità di trasformazioni e interventi importanti. Paolo Ferretti è il presidente dell’azienda che quest’anno festeggia i trenta anni di vita.
Come sta il settore riparazioni grandi yacht?
“E’ un buon momento, certo grazie ai nostri tecnici e direi anche alla tradizione marinaresca viareggina, nota ovunque. Voglio sottolineare però che la realtà del nostro porto presenta delle criticità che ne frenano la crescita, come la mancanza di spazio fisico e di infrastrutture, di cui tutto l’indotto sente il bisogno".
Vale a dire?
"Serve un migliore collegamento con il centro della città, che consentirebbe una ricaduta socio economica su altre zone e attività commerciali. E’ urgente un recupero delle aree da riqualificare, prive oggi di tutto, considerando che le barche di elevate dimensioni hanno numerosi membri di equipaggio che necessitano di servizi vari, bar, ristoranti, alloggi e così via. Ricordo che 350 imbarcazioni sostano in porto su base annuale e si stima che ognuna di queste effettua lavori fino ai 2 milioni di euro".
La congiuntura e la guerra si fanno sentire?
"Serve una visione ampia e un impegno finanziario di medio e lungo periodo. In Arpeca stiamo lavorando su queste linee, e siamo in grado di rispondere a molte richieste di lavori. Ma, insisto, il trend positivo è limitato fortemente dalla mancanza di spazi adeguati. Ci siamo attrezzati al meglio nei macchinari e nei mezzi di trasporto e sollevamento...".
E allora, cosa manca?
Attendiamo che le amministrazioni pubbliche rispondano quanto prima alle pressanti richieste di concessioni delle aree poco o per niente utilizzate. Da anni una quota consistente di potenziali clienti si dirige su altri porti e altre aziende, con pesante perdita di lavoro per il nostro sistema e per la città intera".
Walter Strata