"Nautica in espansione ma restano zone d’ombra"

Intervista a Riva (Fiom Cgil) su presente e futuro dello strategico comparto "Servono un rafforzamento delle professionalità e controlli sulle paghe"

Migration

Tutti gli indicatori economici confermano la grande crescita dell’industria nautica, una realtà che come sappiamo è molto importante per Viareggio e l’intera Versilia. Ma quali sono ancora i n odi da risolvere? Ne parla in questa intervista Nicola Riva, segretario del sindacato Fiom Cgil, checoglie gli aspetti che più da vicino interessano i lavoratori e le lavoratici.

Numeri importanti, dicevamo.

Sì, in effetti stiamo parlando di un comparto che ha numeri importanti, con punte di 8.000 e più addetti considerando anche l’indotto, e con un circa 30% di persone con contratti a termine. Notiamo che le imprese sono fortemente impegnate nel garantire le consegne per l’anno nautico in corso, ma in una situazione di generale difficoltà per la reperibilità e al costo dei materiali aumentato a dismisura, e tempi di consegna che per alcune parti elettriche e elettroniche sono già di oltre un anno. E gli effetti della guerra?

La guerra in Ucraina e il costo dell’energia cresciuto in modo spropositato sono una pesante zavorra in termini di competitività nei confronti dei costruttori esteri. Questi elementi stanno creando difficoltà in termini di costi del prodotto che nelle imbarcazioni i cui contratti sono a portafoglio, si parla di 2 o 3 anni di vendite già realizzate, mettono in discussione la possibilità di marginazione dei cantieri locali.

Negli ultimi anni si è discusso di un “modello Viareggio” nella cantieristica.

Certo. Il grande marchio appalta sostanzialmente tutte le attività necessarie alla realizzazione dell’imbarcazione, dalla progettazione alla architettura fino ad arrivare agli impianti, gli arredi, le carpenterie e via dicendo, in una sorta di azienda leggerissima che però nel medio periodo perde ogni riferimento professionale rimanendo di fatto senza dipendenti propri e consegnando know how ed esperienze alle imprese degli appalti, che lavorano per una molteplicità di committenti e concorrenti. Mentre serve invece un rafforzamento delle professionalità nelle imprese committenti e la garanzia di un ricambio generazionale in quei ruoli produttivi, e si assiste al fatto che le aziende stanno ricercando lavoratori specializzati, spesso a suon di aumenti salariali o di promesse di carriera fulminea. In questa situazione di grande mobilità interaziendale si scoprono modalità di retribuzione borderline, che niente hanno a che fare con il contratto di lavoro, anche in totale mancanza di controlli da parte degli organi ispettivi.

Problemi anche dalle commesse dei magnati russi?

Si stanno verificando un pò dovunque, e certamente la guerra sta incidendo anche su questo aspetto. Vedremo a breve gli sviluppi.

Walter Strata