
Proprio nei giorni in cui sta nascendo il comitato che unisce musicisti e gestori dei locali per avere più tutela e voce in capitolo in seguito a verbali e restrizioni – sono già state raccolte 250 firme: l’obiettivo è quota 500 con richiesta di incontro in municipio – una nuova stangata conferma la non facile convivenza tra residenti e attività. A finire nella blacklist è il “Sushi jazz“ di via Stagi (nella foto), costretto con apposita ordinanza del sindaco ad anticipare la chiusura serale alle 22, per cinque giorni, a partire da stasera. L’ordinanza, in cui si accusa il locale di disturbo della quiete pubblica, è il seguito dei controlli effettuati sul campo dagli agenti della polizia municipale. Nel mirino, in particolare, c’è la cassa di amplificazione posizionata in prossimità della porta di ingresso e rivolta verso la strada anziché all’interno del locale.
Vicenda su cui però i titolari del “Sushi jazz“, inaugurato nel 2018, hanno deciso di dar battaglia. "Nell’immediato abbiamo presentato una memoria difensiva – spiegano – e in seguito abbiamo fatto ricorso chiedendo l’annullamento dell’ordinanza. La cassa annotata dagli agenti nel loro verbale è quella che serve al dj per sentire il passaggio da un disco all’altro: sarebbe il caso di informarsi meglio prima di stangare un locale. Tra l’altro abbiamo anche il limitatore di decibel, certificato dal perito tecnico. Detto questo, ci vorrebbero regole ben precise – concludono – ed è il motivo per cui apprezziamo il nuovo comitato. Anche la musica è arte e cultura". L’ordinanza, invece, non ha colto di sorpresa alcuni residenti e commercianti della zona: i primi per essere stati offesi dagli avventori del locale quando osavano protestare per la musica alta, i secondi per la difficoltà a parlare in negozio con i clienti per lo stesso motivo.
d.m.