"Murzi non dialoga con la gente" Dazzi sul proliferare di comitati

"È una chiara esigenza di esprimersi di fronte ad un’amministrazione comunale chiusa a riccio"

"Il prolificare di enti, gruppi e comitati? E’ un’esigenza per far sentire la propria voce dato che questa amministrazione si è chiusa a riccio". Ad analizzare il fenomeno dell’impennata di gruppi di cittadini – più o meno strutturati – che intervengono sulle diverse tematiche nel paese di sole 5mila anime effettive è Franco Dazzi, ex responsabile della partecipazione e oggi sostenitore del comitato di residenti di via Versilia che ha sollevato il problema delle potature selvagge degli alberi lungo la strada. "E’ davvero indicativa la voglia della gente di far sentire la propria voce – comincia Dazzi – perchè manca il dialogo tra amministratori e popolazione. Il sindaco Bruno Murzi chiaramente non coinvolge il paese nelle scelte ma deve ricordarsi che rappresenta 4 cittadini su 10 visto che ha vinto le elezioni in una tornata in cui il 50% degli aventi diritto non è andato a votare. In sostanza è il capo della maggioranza di un’esigua minoranza. Oggi manca realmente una programmazione generale condivisa, che sarebbe ancora più urgente visto che si è perso il forte riferimento partitico. Ricordo quando molti anni fa il martedì sera si riunivano cinque partiti, coinvolgendo ciascuno 11 persone nel proprio direttivo: quei 55 cittadini poi esprimevano la sintesi dei bisogni della gente che veniva posta all’attenzione dei consiglieri comunali. Alla base di ogni scelta c’era l’ascolto del territorio. Negli anni Settanta questioni come lo spostamento del municipio o l’acquisizione del Fortino erano state oggetto di dialogo con il paese".

"La democrazia deliberativa caratteristica della partecipazione è impostata sul dibattito – prosegue Dazzi – e arricchisce il cittadino del parere di altri, che non va sempre rifiutato. Invece il sindaco ha pubblicamente espresso dubbi sulla posizione dei paesani che fanno riunioni al bar Pretino, insinuando che il loro punto di vista è condizionato da qualche credo politico e che sono solo ’alcuni paesani’. Si indispettisce se qualcuno non la pensa come lui ed il discorso sulla presunta perdita di identità del paese è chiuso. Anche sulla questione della Greppia ha deciso senza coinvolgere la gente, così come in via Versilia ci siamo visti ridurre gli alberi come ’attaccapanni’ per ribadire un concetto espresso dal professor Cinelli esperto del settore, perdendo un meraviglioso tunnel di verde che dallo Scorrimento arrivava al mare".

Francesca Navari