Morte Sofia in piscina, il giudice vuole arrivare a sentenza entro luglio

Morte Sofia in piscina, il giudice vuole arrivare a sentenza entro luglio

Morte Sofia in piscina, il giudice vuole arrivare a sentenza entro luglio

Un calendario serrato composto da una o due udienze al mese, in modo da arrivare entro il prossimo luglio quanto meno alla sentenza di primo grado. Con questo obiettivo fissato ieri mattina al tribunale di Lucca dal giudice Gianluca Massaro ha preso ufficialmente il via il processo per la morte di Sofia Bernkopf, la 12enne di Parma morta il 17 luglio 2019 all’Opa di Massa quattro giorni dopo l’incidente in una piscina del bagno “Texas“ di Marina di Pietrasanta. L’udienza era slittata lo scorso 20 ottobre a causa della necessità di cambiare il giudice e quella di ieri è stata più che altro di natura tecnica, a partire dalla richiesta dei vari testimoni.

Alla sbarra, con l’accusa di omicidio colposo aggravato, ci sono sette imputati. Si tratta dei quattro proprietari del “Texas“, ossia Simonetta ed Elisabetta Cafissi con i mariti Giampiero Livi e Mario Marchi, tutti residenti a Prato; i bagnini Emanuele Fulceri di Viareggio e Thomas Bianchi di Camaiore, e il costruttore della piscina Enrico Lenzi, domiciliato a Massa e Cozzile (Pt). Quel maledetto 13 luglio 2019 la bambina fu trattenuta sott’acqua a causa dei capelli aspirati dall’eccessiva potenza del motore di ricircolo dell’idromassaggio, profondo appena ottanta centimetri. Pietrasanta. Sofia non riuscì a risalire in superficie e andò in arresto cardiaco, rendendo vani i tentativi di salvarla viste le gravissime condizioni in cui arrivò in ospedale.

Il giudice Massaro, come detto, ha annunciato ai presenti l’intenzione di non andare troppo per le lunghe, fissando un corposo calendario di udienze, con la prossima in programma il 19 dicembre. A quasi quattro anni e mezzo dalla tragedia, la famiglia, rappresentata dall’avvocato Stefano Grolla del foro di Vicenza, auspica che il processo non subisca ulteriori ritardi e che si possano presto accertare le responsabilità per la morte della loro bambina.

d.m.