Morte di Ale Cecchi. La Corte d’Appello riapre l’istruttoria. E vuole un’altra perizia

Prossima udienza il 9 aprile con incarico affidato a un ingegnere. Saranno ascoltati anche i due testi (uno dell’accusa e uno della difesa). In primo grado la conducente dell’auto investitrice era stata assolta.

Morte di Ale Cecchi. La Corte d’Appello riapre l’istruttoria. E vuole un’altra perizia

Morte di Ale Cecchi. La Corte d’Appello riapre l’istruttoria. E vuole un’altra perizia

Ci sarà bisogno di un supplemento d’indagine sia peritale che testimoniale per accertare oltre ogni ragionevole dubbio le effettive responsabilità colpose che hanno determinato l’incidente stradale in cui perse la vita il 29 settembre del 2018 Alessandro Cecchi. È quanto stabilito dai giudici della Corte d’Appello di Firenze dopo una Camera di Consiglio lunga, durata quasi un’ora. Tutti attendevano una sentenza, che invece non è arrivata.

In Appello ha fatto ricorso il pubblico ministero della Procura di Lucca Sara Polino – forte della relazione degli agenti della polizia municipale – dopo che il Gip Alessandro Trinci nel processo di primo grado (secondo rito abbreviato) aveva assolto nel marzo 2021 dall’accusa di omicidio stradale la conducente dell’auto contro cui andò a schiantarsi lo scooter guidato da Alessandro Cecchi. La donna è difesa dagli avvocati Gionata Bonuccelli e Marco Taddei i quali, in primo grado presentarono una perizia tecnica e una testimonianza che indussero il Gip ad assolvere la loro assistita. Come si ricorderà l’incidente avvenne in via Nicola Pisano. La conducente iniziò la manovra di svolta a sinistra proprio quando dalla direzione opposta sopraggiungeva Alessandro Cecchi. Lo schianto risultò fatale al giovane pasticciere nipote della Fauzia. Una storia tragica in cui perse la vita un ragazzo amato da tutti e pieno di speranze, nel cui nome vengono portate avanti tutta una serie di iniziative benefiche e sociali. Una vicenda giudiziaria comunque dolorosa soprattutto per i genitori di Alessandro che vivono nel ricordo del loro unico figlio e, pur diversamente, anche per l’imputata (che porta dentro di sé il peso morale di quanto accaduto). Ieri mattina in Appello, il procuratore generale ha chiesto una condanna minima dell’automobilista, mentre la difesa ha ribadito la richiesta di assoluzione e la conferma della sentenza di primo grado.

I giudici della III sezione della Corte d’Appello (presidente il giudice Settembre), al termine della Camera di Consiglio, hanno emesso un’ordinanza in cui sostanzialmente riaprono l’istruttoria: vogliono risentire direttamente dalla loro voce i due testimoni (uno dell’accusa e uno della difesa) e vogliono incaricare un altro perito che faccia nuovi accertamenti sulla dinamica dell’incidente, avvenuto 5 anni e mezzo fa. È già stata fissata la prossima udienza per martedì 9 aprile. Nell’occasione saranno nuovamente ascoltati i due testimoni e sarà affidato l’incarico a un ingegner per svolgere la nuova perizia. Cosa che ovviamente allungherà i tempi per arrivare alla sentenza di secondo grado.

Paolo Di Grazia