REDAZIONE VIAREGGIO

Match analyst viareggino nei successi del Krasnodar

Andrea Bianchi ha studiato il russo e quella scelta gli ha aperto un mondo nuovo "Ho nostalgia di casa, è vero, ma sto avendo belle gratificazioni professionali"

E’ un giovane che ha le idee chiare, Andrea Bianchi. Determinato e concreto, a un certo punto della sua vita ha deciso che era scoccata l’ora di mettersi in gioco, andando controcorrente, rintuzzando con decisione anche chi lo consigliava ‘ma chi te lo fa fare di studiare il russo’. Invece proprio quella scelta gli ha aperto un’opportunità professionale nel mondo del calcio che chissà quante persone, anche più grandi di lui, avrebbero voluto avere: infatti dal 15 gennaio 2020, Andrea Bianchi, 29 anni da compiere a settembre, è il match analyst della squadra russa del Krasnodar che ha preso parte all’ultima edizione della Champions League. Rientrato nella natia Viareggio ("ci tengo a dire che sono nato all’ospedale Tabarracci", a ribadire orgogliosamente la sua viaregginità), ecco scoccata l’occasione per capire come ha fatto ad arrivare così lontano.

Come nasce la scelta?

"Parte da lontano, nel senso che dopo avere giocato a calcio in formazioni locali a 19 anni ho detto basta. Non mi divertivo più. Così ho iniziato ad allenare. Prima ho partecipato ai campus calcistico frequentato da molti ragazzini russi che l’ex giocatore del Viareggio, Giorgio Eritreo aveva organizzato a Forte dei Marmi. E ho incominciato a studiare il russo con insegnante madrelingua".

E da cosa nasce cosa…

"Proprio così: quel campus mi ha aperto altre prospettive, nel senso che incominciando a parlare russo, ho seguito Eritreo a Mosca dove gestiva una scuola calcio. Sono entrato in contatto con tecnici russi".

Il cordone ombelicale con l’Italia però non è stato mai reciso?

"No. Anche perché per alcune stagioni ho continuato ad allenare nel settore giovanile, prima a Piano di Mommio, poi a Capezzano".

I tuoi genitori che dicevano?

"Erano scettici, sia quando decisi di non andare all’Università, sia per la scelta di studiare il russo: quando vedevo i miei coetanei che dopo l’Università trovavano difficoltà a trovare lavoro, oppure impiegati in stage poco o nulla retribuiti, ho pensato che bisognava fare una scelta forte. E l’ho fatta. Ho preso anche il patentito di allenatore Uefa B e mi sono messo in gioco un’altra volta".

Poi che cosa è accaduto nella tua vita & professione?

"A un certo punto, è passato un tram…. E ci sono salito. Nel senso che un dirigente della società russa del Krasnodar, un club molto giovane ma anche ambizioso con un presidente appassionato come pochi, mi ha contattato chiedendomi se fossi interessato a far parte del loro staff tecnico come match analyst: un mese di prova. Non potevo perdere quella occasione".

Krasnodar, un altro mondo rispetto a Viareggio?

"Sì, un altro mondo, ma una città giovane e vivace, dove il costo della vita è basso rispetto all’Italia: vivo in un appartamento vicino al fiume che attraversa la città e penso all’acqua del nostro mare. Ma faccio un lavoro che mi piace e mi coinvolge. Nell’estate dello scorso anno, il Krasnodar ha preso parte ai preliminari della Champions League: un passaggio importante per quella stagione ma anche per chi come me doveva ‘leggere’ analizzando il gioco degli avversari, i greci del Paok Salonicco. La qualificazione alla fase a gironi è stata un motivo di orgoglio professionale".

Come è la tua giornata?

"Gran parte la passo al campo e al centro sportivo: sono molto meticoloso nello studio degli avversari e quando parlo con gli altri componenti dello staff, voglio fornire il maggior numero di informazioni possibili sulla squadra e sui giocatori avversari".

Che cosa c’è nel futuro?

"Fino al 13 giugno rimango a Viareggio. Poi comincerà il periodo di preparazione in vista dell’inizio del campionato previsto per il 25 luglio. Voglio prendere il patentito di allenatore Uefa A. Per il momento il mio pensiero è al Krasnodar intesa come società e a Krasnodar, la città che mi ha accolto. E’ naturale. Ma faccio il lavoro che sognavo. E non metto limiti alle mie speranze future".