SERGIO IACOPETTI
Cronaca

Masiello tra forza e passione. All’alba dei 40 anni ancora in campo: "Sogno di diventare allenatore"

La Viareggio Cup, la serie A e ora la "B" con il Sud Tirol per quella che sarà l’ennesima stagione ad alti livelli "Il campionato italiano ha bisogno di tanto coraggio e di investire soprattutto nel settore giovanile".

Andrea Masiello, professionista viareggino che dopo la carriera in serie A oggi indossa la maglia del Sud Tirol

Andrea Masiello, professionista viareggino che dopo la carriera in serie A oggi indossa la maglia del Sud Tirol

Ne ha fatta di strada quel difensore di belle speranze, nato a Viareggio e che con la casacca bianconera della Juventus vince la Viareggio Cup nel 2004 e nel 2005, dal quel 20 aprile 2005 giorno dell’esordio in Serie A, addirittura a San Siro per Inter-Juventus, ad oggi. Ne ha fatta, e ne sta ancora facendo, talmente tanta che il prossimo 24 agosto, in quel di Catanzaro, sarà nuovamente in campo, in serie B con il suo Sud Tirol, per quella che sarà l’ennesima stagione da protagonista ad altissimi livelli. Lui è Andrea Masiello, l’uomo d’esperienza della compagine altoatesina, ma anche quel genere di difensore serio ed affidabile, a cui quando c’è da ‘far legna’ proprio non pupo rinunciare.

Andrea a 39 anni compiuti ancora resisti a questi livelli. Quale è il tuo segreto?

"Io credo fortemente al fatto di essere perseverante e di avere una mentalità forte, che mi aiuta nel cercare di raggiungere il massimo degli obiettivi possibili. Inoltre faccio una vita da serio professionista, lo faccio per me ma anche per i compagni cui devo essere da esempio, sia in campo che fuori. Mi definisco un martello".

Sarà la tua 4^ stagione a Bolzano. Come ti trovi?

"Benissimo l’ambiente è sereno, la società è seria. Insomma c’è l’ambiente ideale per pensare solo al campo, poi quando uno esce si immerge in paesaggi spettacolari".

Sei prossimo ai 40 anni. Sarà la tua ultima stagione?

"Non ho ancora deciso. Di certo sono orgoglioso di aver fatto quello che ho fatto. Era un mio obiettivo arrivare in forma a questa età e ci sono riuscito".

Adesso sei un’icona del Sud Tirol, come lo sei stato prima dell’Atalanta. Due realtà paragonabili?

"Due realtà dove si lavora duramente e che dimostrano che si può crescere con la giusta programmazione. Due ambienti sani dove si può crescere in tranquillità e dove non si ha paura di dare spazio ai giovani".

Hai la giusta esperienza per dirmi cosa pensi del campionato italiano divenuto, sì trampolino di lancio per giovani talenti ma anche buen retiro per campioni all’imbrunire della propria carriera?

"Il campionato italiano è uno dei più tosti che ci sia, assieme alla Premier League. In questo momento credo che il problema principale stia nel fatto che facciamo fatica a tirar fuori talenti per tanti motivi. Credo che le società dovrebbero investire nelle strutture e affidarsi a persone qualificate, capaci di valorizzare seriamente i settori giovanili. È il momento di avere coraggio e non paura".

Confermi l’intenzione di studiare da allenatore?

"Certo è un mio sogno".

Il futuro ti riporterà a Bergamo o a Viareggio?

"Viareggio e la mia città natale e lì abitano i miei genitori. Bergamo è divenuta la mia casa".

Sergio Iacopetti