DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Marmista muore a soli 47 anni Fatali i danni causati da un infarto

Simone Signorini si era sentito male il 27 marzo in casa. Inutili i tentativi di salvarlo. Donati gli organi

Marmista muore a soli 47 anni Fatali i danni causati da un infarto

di Daniele Masseglia

Una comunità intera ha sperato fino all’ultimo nel miracolo, incredula che quel ragazzo pieno di vita e amante dello sport fosse crollato all’improvviso, senza alcuna avvisaglia né campanelli d’allarme. Simone Signorini sembrava infatti la salute in persona, ma il 27 marzo aveva avuto un malore nella sua abitazione in via del Pagliaio, al Pollino. Il giovane, artigiano del marmo che tra poche settimane avrebbe compiuto 48 anni, a causa dei danni cerebrali per la prolungata assenza di ossigeno purtroppo non si è più svegliato. Mercoledì, al Noa di Massa, è stata presa la decisione di staccare i macchinari dopo che era stata dichiarata la morte cerebrale e da ieri la cappellina della Croce Verde, dietro il Sant’Agostino, è un continuo viavai perché erano davvero in tanti coloro che lo conoscevano.

In queste ore si stanno tutti stringendo intorno ai familiari, distrutti dal dolore. In primis la moglie Barbara Lazzotti, che aveva sposato nel 2000, poi i due figli Ilaria e Leonardo, fino al padre. La madre invece, come molti ricorderanno, era scomparsa tragicamente alcuni anni fa sulle colline sopra Vallecchia dopo essere precipitata in un dirupo durante una passeggiata. Un destino crudele quello che si è abbattuto per la seconda volta su questa famiglia molto stimata e conosciuta. È successo come detto lo scorso 27 marzo, quando la moglie di Signorini lo ha trovato privo di conoscenza nella loro abitazione. Ha tentato in tutti i modi di rianimarlo, e così pure i soccorritori arrivati subito dopo che lei ha dato l’allarme, fino al trasporto all’Opa di Massa e successivamente all’ospedale del capoluogo apuano. Anche i medici hanno tentato in tutti i modi di salvargli la vita, ma il 47enne era rimasto troppo tempo senza ossigeno e questo ha causato dei danni cerebrali devastanti dai quali non si è più ripreso.

Nonostante lo strazio, i familiari hanno consentito l’espianto degli organi come ultimo gesto di generosità del loro Simone, che era di animo buono. I reni, il fegato, le cornee e altri organi daranno una speranza ad altre persone. Oltre ai familiari, la triste notizia ha ben presto raggiunto la ditta “Executive marble“, al Portone, dove Simone lavorava come verniciatore e gruista dal 2014 dopo aver in precedenza prestato servizio alla “Ettore Mariani“ dal 2008 (a cui è poi subentrata la “Executive“) e prima ancora in un’azienda di Vallecchia. E poi gli amici, da quelli con cui usciva per il classico aperitivo a quelli con cui condivideva la sua passione per lo sport, soprattutto le maratone e la bicicletta. Stamani alle 9.30 la salma sarà benedetta nella cappellina della Croce Verde, poi verrà cremata a Livorno.