Marco Luisi e la sfida alla Sla

Marco Luisi, un giovane artigiano di Pietrasanta, affronta la SLA con coraggio e generosità. La sua storia è un esempio di forza di volontà e solidarietà. La sua memoria vive nell'associazione creata dalla moglie e dalla figlia.

Ci sono storie che generano tristezza ma al tempo stesso sono un esempio di cosa voglia dire diventare un esempio, quando una malattia subdola si mette di traverso e ti costringe a guardare al domani con un occhio pieno di preoccupazioni. È la storia di Marco Luisi, un giovane artigiano di Pietrasanta, che un bel giorno si rende conto che qualcosa non va. "Oggi sul lavoro non mi reggevo in piedi, sono caduto più volte", racconta alla moglie nell’estate del 2006. "Voglio andare dal dottore, per capire di che cosa si tratti". Qualche giorno dopo, giocando a calcetto, la solita storia: cadute senza un motivo, cresce il sospetto che dietro quei malanni ci sia qualcosa di più. "Tranquille", dice a moglie e figlia. Ma in cuor suo, Marco intuisce che l’allarme non va preso sottogamba, anche perché ogni tanto gli cade qualche oggetto che ha in mano. Va al lavoro, continua la vita di tutti i giorni, ma si rende conto che una visita specialistica è necessaria per capire la natura di questi malesseri. Il consulto viene fatto a Milano. E le tre lettere del verdetto sono una sentenza: sla, sclerosi laterale amiotrofica, la stessa malattia che ha colpito due calciatori diventati testimonial della lotta alla “bastarda”, così come la chiamavano Stefano Borgonovo, attaccante del Milan e Gianluca Signorini, capitano del Genoa. Marco affronta la “bastarda” a viso aperto. Continuerà a lavorare ("devo pensare alla mia famiglia"), stringe i denti, cerca di rassicurare chi gli sta accanto. Ma la malattia degenerativa è impietosa. Aggressiva e brutale. Gli amici non gli fanno mancare il loro sostegno, quando è costretto a lasciare il lavoro, organizzano una partita-esibizione allo stadio Comunale di Pietrasanta, per raccogliere fondi per acquistare un’auto attrezzata per Marco. Obiettivo centrato. Marco ringrazia con gli occhi. Tutto attorno ci sono lacrime di commozione. Ma la vita continua. Con il puntatore oculare, Marco Luisi si collega al mondo dei social: trova altre persone che come lui lottano contro la “bastarda”. Si fanno coraggio, la forza di volontà non gli è mai mancata. Ma poi arriva l’agosto del 2013... E a soli 53 anni, Marco dice addio alla vita terrena, ma il suo esempio e la sua generosità continuino a vivere nell’associazione che la moglie Emanuela e la figlia Alessia, gli amici di una vita, hanno costituito pensando in solido a chi soffre. Nel ricordo di Marco Luisi, il ragazzo dal sorriso gentile che non faceva male neppure ad una mosca.