
Diverse centinaia di balneari hanno sfilato ieri a Roma per ribadire la loro contarietà alle aste delle concessioni. Numerosi quelli partiti dalla Versilia e affiancati da politici come l’onorevole di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi (foto al centro), sebbene il corteo abbia sancito una sostanziale spaccatura tra i sindacati. Da una parte Sib e Fiba, interessati alla questione dell’indennizzo in caso di perdita della gara. Dall’altra Assobalneari, Cna e Donnedamare, che di aste invece non vogliono proprio sentir parlare.
Così la pensano soprattutto a Marina di Pietrasanta, dove su 107 balneari 103 appartengono ad Assobalneari, tre a Cna e uno solo a Fiba. "I promotori della manifestazione – ricorda Francesco Verona, presidente del Consorzio mare Versilia – chiedono che in caso di asta e perdita della gara sia riconosciuto il valore aziendale dei concessionari uscenti. Noi invece siamo contro le aste, come una ventina di nostri associati hanno ribadito a Roma con tanto di bandiere. Siamo andati per dimostrare che Sib e Fiba sono una minoranza". Verona spiega ancora una volta il motivo della levata di scudi: "Gli stabilimenti non rientrano nella direttiva. Fu lo stesso Bolkestein a spiegare pubblicamente che la spiaggia concessa ai bagni non è un servizio ma un bene sul quale abbiamo costruito immobili, ristoranti e strutture di nostra proprietà. Stiamo facendo ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023, ribaltando così la legge che aveva fissato il prolungamento fino al 2033. Non solo, entro fine 2023 va emanata una legge affinché vengano effettuate le gare". Verona ricorda che il ricorso dovrà essere presentato entro il 18 marzo per poter disporre della prima udienza utile in calendario il 22 aprile.
Più morbida la posizione di Marco Daddio, presidente dei balneari di Lido di Camaiore: "Al di là delle divergenze, è stata la manifestazione di tutti i balneari. Le aste sono un esproprio a tutti gli effetti e per evitare questo epilogo è stato lanciato un messaggio chiaro: non siamo disponibili a false trattative o ragionamenti che non considerano le nostre attività per gli investimenti fatti e per quello che hanno dato al sistema turistico".
Daniele Masseglia