
di Daniele Masseglia
Quando Piero Navari ha dato l’ultimo colpo di forbici l’orologio segnava le 19,30 di martedì. Una rapida sistemata al locale, le luci che si spengono, la porta che si chiude e il freddo pungente che avvolge lo storico barbiere mentre torna a casa con il cuore pieno di ricordi. Sessant’anni di ricordi, che diventano 70 se si parte dalla prima volta in cui imparò a modellare barbe e capelli. L’anagrafe non c’entra – Navari ha 83 anni, portati benissimo – gli affari e i motivi economici neppure. In sei decadi i clienti, autoctoni e forestieri, non sono mai mancati.
A decretare la fine e a cambiare per sempre il futuro del civico 39 di via don Bosco, importante arteria parallela lato sud al viale Apua, a Fiumetto, è la decisione dei proprietari di liberare i locali rimasti per poterci realizzare degli appartamenti. Tre anni fa la spiacevole esperienza dello sfratto era toccata alla pizzeria "Il Cantuccio", due numeri civici più verso mare rispetto a Piero, poi la ruota ha continuato a girare ed è toccato ora al mitico “Acconciature maschili Piero“. Tonfanino doc, Navari chiude gli occhi e ripensa alle origini. "Ho iniziato questo mestiere quando avevo 14 anni – racconta – facendo pratica da Stelvio Giuntoli, sul viale Apua. Poi nel 1962 mi sono messo in proprio a 23 anni nel primo fondo in via Carducci e successivamente mi sono spostato in via don Bosco nel 1974. Quindi sono 60 anni che faccio questo lavoro: sarei andato avanti per altri due-tre anni, o comunque finché ne avrei avuto le forze, ma di fronte alle scelte di un proprietario c’è poco da fare. Con il commercio ho chiuso".
Lo sguardo di Piero va alle pareti dell’atelier, con il maxi poster di un’isola esotica, le foto delle Frecce Tricolori. E poi le piante, la seggiola per i bambini, l’inconfondibile profumo del dopobarba, aneddoti su clienti abituali come Massimo Giletti quando frequentava la Versiliana. "Martedì è stato ultimo giorno: un momento davvero emozionante. Com’è cambiata Fiumetto in questi 60 anni? Prima c’era più gente – conclude – ma col tempo tantissime case sono state vendute ai forestieri, che le vivono pochi mesi l’anno. Ora sinceramente è una desolazione vedere tutte quelle finestre chiuse. Anche le botteghe storiche come la mia sono in via d’estinzione". E così a Fiumetto l’unico barbiere rimasto è Massimo Giuntoli, figlio di quello Stelvio che insegnò al 14enne Piero a tagliare barba e capelli.