L’ultimo saluto a Di Giorgio: "La mia vita condivisa con lui. Una passegiata in posti bellissimi"

Il ricordo commosso della moglie Giovanna davanti alla folla di cittadini che si è recata alla camera ardente. L’amico prete operaio: "Mi rivolgo a Giorgio e spero che dica bene di noi e che risvegli le coscienze".

VIAREGGIO

"La vita con Giorgio è stata una passeggiata nei sentieri più belli", Giovanna Di Giorgio, moglie e compagna dell’artista, madre di Francesca e Francesco, accoglie con un sorriso (il dolore lo custodisce nel cuore) il flusso di cittadini che in questi giorni, passa a salutare il pittore nella sala del commiato della Croce Verde che ha posticipato l’orario di chiusura per permettere a tutti di salutare l’artista. Un pellegrinaggio senza sosta anche da Pisa e da Montignoso. Uno sguardo, una carezza, un ricordo di vita scambiato con i familiari. Il libro delle firme conta oltre 400 testimonianze. E il telegramma del sindaco Giorgio Del Ghingaro, altri arrivati alla famiglia, la fascia tricolore dell’amministrazione comunale adagiata sul feretro di legno chiaro, gli stendardi dell’A.N. P.I, e della Lega Dei Maestri D’Ascia e Calafati e tanti messaggi in privato, anche quello di padre Guglielmo Alimonti. Sul muro davanti al feretro nel quale l’artista sembra dormire, campeggia il grande manifesto della Crea, la cooperativa sociale, dove il pittore, ma soprattutto l’uomo, ha donato la sua arte. "Ciao Giorgio dai tuoi ragazzi" e le firme circondate dalla fantasia di colori, quei colori che rappresenta la cifra artistica del pittore. "Giorgio era una persona ironica con uno stile inconfondibile", Jonathan Bonini, titolare della edicola vicina al Comune lo ricorda così con lo sguardo rivolto a quell’amico che ha riunito persone diverse nel momento dell’arrivederci. "Mio padre era una persona sensibile altrimenti non avrebbe fatto questo percorso", poche parole di Francesco, il figlio, carattere schivo e riservato. Accanto al libro delle firme la cassettina per la mensa di Sant’Antonio che ogni giorno diventa più generosa e che la famiglia consegnerà alla parrocchia nei prossimi giorni. E le immagini del video di Fondazione Livorno che raccontano il pittore nel suo studio di via San’Andrea: tra cielo e mare. Alle 16.30 il ricordo e il saluto di don Luigi Sonnenfeld, il prete operaio: è stato necessario il microfono, perché erano davvero tante le persone che hanno salutato l’artita. "Giovanna la moglie mi ha chiesto una benedizione, benedire vuol dire bene. E allora io capovolgo la richiesta e mi rivolgo a Giorgio e spero che dica bene di noi e che risvegli le coscienze", così il sacerdote operaio ha ricordato l’amico in una chiacchierata tra amici in una atmosfera di festa dove il dolore è stato celato dai sorrisi così come avrebbe voluto Giorgio di Giorgio. E don Luigi alla domanda de La Nazione di chi era l’artista ha risposto "un uomo semplice". "Giorgio era una persona che non si dimenticava degli ultimi", Daniele Cinquini lo ricorda così. E anche lo ricorda anche Luciano Bonuccelli: "Aveva sempre un pasto per gli ultimi". Ciao, Giorgio vola in alto.

Maria Nudi