Luciana Betti, 91 anni, ha la pensione minima ma le tolgono il reddito. Per vivere non resta nulla

Abita in una casetta di legno. Paga 400 euro di affitto e circa 200 euro per scaldarsi. "Con quel piccolo sostegno ero serena, ora non ho niente"

Luciana Betti

Luciana Betti

Viareggio, 29 aprile 2023 – Luciana è abituata a non scoraggiarsi. Qualunque cosa accada. A guardare il bello che la circonda, anche in mezzo alla tempesta: il suo gatto acciambellato sul divanetto, quella rosa bianca sulla mensola della credenza, la luce che già alle sei del mattino inonda la sua casa. Non una vera e propria casa; ma un casetta di legno, un piccolo bungalow, sperso nel padule di Bicchio.

E per cui da sette anni, da quando è stata sfrattata dal monolocale a Tonfano in cui viveva, poiché messo in vendita dai proprietari, paga regolarmente ogni mese 400 euro d’affitto. Tutto in quella casetta di travi ridipinte di bianco è in ordine. Niente è in ordine, invece, nel sistema che dovrebbe proteggerla, ma non lo fa.

Luciana Betti compirà 91 anni a luglio, "Sono nata il 14, come la presa della Bastiglia" dice. E forse questo spiega il suo carattere forte e battagliero.

Vive e sopravvive con 640 euro di pensione che, da qualche mese, sono diventate 680. Comunque la minima. E tolto l’affitto. da dicembre, ormai, per tutto il resto le restano appena 280 euro. Con quelle deve pagare tariffe e bollette. E mantenere l’auto (bollo, assicurazione, revisione e rinnovo della patente) che ancora guida "perché qui intorno non c’è niente. Il primo negozio per fare la spesa è a due chilometri".

Per scaldarsi, d’inverno, ha una piccola stufa a gas, "e una bombola dura tre, al massimo quattro giorni" ci racconta. Facendo due conti solo per alimentare quella stufa nei mesi freddi se ne vanno circa 200 euro. L’ultima fattura dell’acqua è stata di 33 euro ("un anno fa, con gli stessi consumi, ne pagavo 6, forse 7"), poi aggiungiamo la luce, col canone Rai; le fognature; la Tari. Che ora è arrivata anche con gli arretrati...

Per mangiare non resta più nulla, o quasi. E questo perché da dicembre l’Inps ha comunicato a Luciana che, per effetto dell’ultima riforma, non ha più diritto al reddito di cittadinanza – percepiva circa 140 euro – perché il suo reddito familiare è superiore (di un pelo) a 9.360 euro annui (nel totale è incluso il reddito che aveva percepito) . Ha provato a rivolgersi ai patronati e all’Inps, ma per lei non è arrivata nessuna soluzione.

Una beffa clamorosa, che ha portato Luciana, per la prima volta nella sua lunga vita, a chiedere aiuto. E per fortuna intorno a lei si è stretta una rete di solidarietà grazie al supporto di Giuliano Bandoni , dell’associazione Motogruppo Tartarughe Lente; e di Luciana Beretti, che per caso ha scoperto la storia di “Nonna Viareggio“. Che non ha nipoti, ma ognuno di noi potrebbe esserlo. Giuliano e Luciana pensano alla spesa, la aiutano con la burocrazia, "incontrarli – dice Luciana – è stata una vera fortuna".

«Ho sempre amato l’indipendenza – si racconta “Nonna Viareggio“, arrivata su queste rive da Parma con la madre dopo la Seconda Guerra Mondiale –, e infatti non mi sono mai sposata. Ho avuto tre fidanzati, ma ho sempre vissuto da sola. E ho lavorato per 40 anni come rappresentante per una ditta di Milano, poi quando è arrivata la pensione sono tornata a vivere al mare. In città mi sentivo opprimere".

Non l’hanno mai spaventata i sacrifici, "si figuri, da quando sono bambina ogni mattina mi faccio la doccia con l’acqua fredda"; e l’unico lusso a cui Luciana non vuole rinunciare è proprio l’indipendenza. "Per questo – prosegue – ho rifiutato una camera messa a disposizione dal Comune al Ferrhotel. Qui – in questa casetta di legno – almeno ho i miei spazi e posso tenere i miei due gatti". Qui ha un piccolo giardino, che cura da sola con infinita passione. Gli alberelli, i fiori, il sentiero di sassi bianchi di fronte al patio dove si inseguono i gatti... "Oltre ai miei, sono otto quelli che vengono a mangiare qui ogni giorno. E io cerco di non fargli mancare niente".

A “Nonna Viareggio“ servirebbe una casa, anche piccina picciò, ma asciutta. Ad un prezzo ragionevole; magari vicino a qualche negozio. Ma si accontenterebbe anche di quella modesta quota di reddito di cittadinanza che gli è stata negata. "È incredibile che non si possa far niente, che questa misura di sostegno – dice Bandoni – sia stata negata ad un’anziana di 91 anni. Ma come si fa ad accettarlo?". Potesse “Nonna Viareggio“ tornerebbe anche a lavorare, "Io so cucire, qui ci sono anche delle imprese che lavorano per la nautica. Ma alla mia età mi prenderebbero?"

Novantuno anni a luglio, nata il giorno della presa della Bastiglia, Luciana merita invece di riposarsi. Accanto ai suoi gatti, a cui lei, pur non avendo niente, non fa mancare mai niente.