Lo sfogo di una mamma "A mia figlia autistica è stato negato il nido"

È la seconda volta che accade da quando le è stato diagnosticato il disturbo. La bambina è presa in cura dalla Asl che sollecita l’iscrizione a un asilo.

Lo sfogo di una mamma  "A mia figlia autistica  è stato negato il nido"

Lo sfogo di una mamma "A mia figlia autistica è stato negato il nido"

Negato il nido a bambina autistica: i genitori lanciano un appello all’amministrazione comunale. Martina è una giovane mamma di due gemellini di due anni e mezzo: non ha ancora avuto occasione di parlare con il sindaco Marcello Pierucci, ma solo con la dirigente dei servizi scolastici che, a suo dire, non é stata per adesso in grado di aiutarla e di accogliere il disagio, nonostante sia stato fatto presente anche dalla neuropsichiatra che ha in cura la bambina.

"Alla nostra bimba hanno diagnosticato il disturbo dello spettro autistico – racconta la mamma – e per il secondo anno consecutivo mi vedo negato il diritto all’asilo nido: siamo anche quest’anno in lista al 1314 esimo posto solo perché al momento della domanda, per i tempi burocratici e le liste d’attesa lunghe, non ho potuto allegare il documento della legge 104. Eppure la domanda per l’invalidità è stata fatta prima: la situazione della bimba va in commissione a fine maggio e il documento della 104 non l’abbiamo ancora in mano in quanto la bimba, per le liste d’attesa lunghe, é stata posta in visita da parte della commissione non prima delle iscrizioni del nido".

Martina non sa più dove sbattere la testa: i percorsi all’Asl sono già frequentati dalla figlia per il momento solo per la logopedia perché anche lì esistono liste d’attesa lunghissime. "Solo per la logopedia siamo state chiamate la scorsa settimana dopo ben sei 6 mesi – prosegue – la psicomotricità la facciamo privatamente e io mi ritrovo con una bimba che necessita del nido a tutti i costi come è stato scritto nella documentazione dall’equipe dell’Asl che l’ha presa in carico: la piccola non parla, non gioca con nessuno, nemmeno col fratello, non sa comunicare e ha grossi problemi relazionali e sensoriali".

Insomma, un caso in cui un poco di umana elasticità non guasterebbe affatto. "Mi sento presa in giro: parliamo d’inclusione, di giornate mondiali sulla consapevolezza dell’autismo, della diversità, e poi? Siamo abbandonati a noi stessi", dice ancora la mamma. I genitori di bambini con bisogni speciali si ritrovano spesso abbandonati a se stessi e a far fronte a difficoltà burocratiche di cui non sono la causa. "Noi abbiamo due bambini: la piccola e il suo gemellino, che fortunatamente non ha la stessa problematica e abbiamo preso in considerazione l’idea anche di fare l iscrizione a un nido fuori dal Comune – chiude la madre – ma per motivi organizzativi e anche economici non riusciamo, dato che il fratellino andrà alla materna come anticipatario a Camaiore e noi lavorando, io stagionale fino a fine ottobre e mio marito fisso fuori provincia, non abbiamo possibilità di prendere in concreta considerazione un nido fuori". Un caso umano e sociale da tenere in considerazione con urgenza.