PAOLO FORNACIARI*
Cronaca

Lo sbarco degli inglesi. Epopea del comandante della Torre Matilde. Condannato, e poi eroe

I militari guidati da Lord Bentinck occuparono Lucca ma dovettero ritirarsi. Sulla via di ritorno la battaglia con le truppe francesi al ponte di Pisa e le razzie.

Lo sbarco degli inglesi. Epopea del comandante della Torre Matilde. Condannato, e poi eroe

Domani duecentodieci anni fa, il 10 dicembre 1813, era venerdì. Dalla sera prima alcune navi inglesi erano ancorate al largo della città. La flotta era comandata da Lord William Bentinck, futuro governatore generale delle Indie. Quel venerdì sbarcarono sulla spiaggia circa 1200 soldati al seguito dell’ufficiale italiano Carlo Catinelli, membro dell’Italian Levy durante le Guerre Napoleoniche.

Ippolito Zibibbi, nato a Viareggio in via delle Catene, il 6 aprile 1772, capitano comandante della piazza di Viareggio dal 12 agosto 1813, che aveva agli ordini poco più di cinquanta uomini e disponeva solo dei pochi cannoni presenti nella Torre Matilde, decise di non intervenire per evitare uno scontro che avrebbe avuto effetti disastrosi per la popolazione viareggina, e raggiungere invece Montramito per cercare di ostacolare la marcia degli inglesi verso Lucca. Quindi Zibibbi ritenne opportuno attestarsi con gli uomini al suo comando alla base del monte Quiesa, dove però fu raggiunto dall’ordine di ritirarsi all’interno delle mura di Lucca (allora governata dalla sorella di Napoleone Elisa Bonaparte, coniugata Baciocchi).

Gli inglesi giunsero a Lucca alle 23 dello stesso giorno e cercarono con alcune cannonate di forzare la porta di San Donato. Lelio Guinigi, l’ufficiale che con pochi soldati presidiava la porta, fece sapere che non poteva aprire la saracinesca perché difettosa, indicando agli inglesi la possibilità di entrare senza incontrare difficoltà dalla porta di Borgo. Gli inglesi occuparono la città fino alla notte del giorno successivo, quando decisero di ritornare a Viareggio per evitare lo scontro con un forte contingente di soldati francesi partiti da Firenze alla volta di Lucca. Prima di lasciare la terra di Viareggio, gli inglesi furono raggiunti dalle truppe francesi all’altezza del ponte di Pisa, dove si accese una furibonda battaglia che riuscirono a vincere senza subire gravi perdite.

La Royal Navy partì alla volta di Livorno imbarcando sui velieri molte mercanzie razziate a Viareggio e a Lucca e per questa operazione furono sequestrate anche alcune bilancelle viareggine, con i relativi equipaggi a bordo: Domenico Simonetti, Rinaldo Puosi, Giulio Vassalle, Pasquale Bertuccelli e Romualdo Tomei. Queste imbarcazioni poi fecero ritorno a Viareggio il 16 dicembre.

La principessa Elisa Baciocchi, tornata a Lucca da Firenze, “arrabbiata come un’aspide” come scrive Iacopo Chelini nel suo “Zibaldone lucchese”, prese severi provvedimenti nei confronti di quanti, a suo giudizio, avevano dato prova di negligenza e di codardia, permettendo agli inglesi la presa della città murata. Ippolito Zibibbi fu ritenuto l’unico responsabile e per questo fu subito arrestato. Nel Tomo XVII del “Bollettino delle Leggi del Principato Lucchese”, a pagina 200, si legge che “il sig. Zibibbi Comandante d’Armi a Viareggio sarà tradotto avanti un Consiglio di Guerra per essere giudicato sulla condotta da esso tenuta nell’attacco ed occupazione di Viareggio effettuata dal nemico il 10 dicembre 1813”.

Ippolito, dopo essere stato tradotto nel carcere di San Giorgio il 12 dicembre, il 20 dello stesso mese fu portato davanti al consiglio di Guerra riunito nel chiostro di San Romano e dopo una breve udienza, nonostante l’appassionata difesa dell’avvocato Melchiorre Di Poggio, uno dei migliori penalisti lucchesi, fu condannato a morte. La sentenza non fu mai eseguita perché Felice Baciocchi, principe di Lucca e di Piombino, il 21 dicembre, volendo dar prova di clemenza, decretò che “la pena di morte fosse commutata in prigionia perpetua nel Forte di Piombino”.

Dopo la caduta dei Baciocchi, Zibibbi ottenne di essere nuovamente giudicato: il 3 ottobre 1814 fu assolto e nel 1817 ebbe nuovamente il comando militare della piazza di Viareggio. Successivamente Ippolito ottenne importanti riconoscimenti, a testimonianza delle sue capacità di comando e delle doti di coraggio e di valore militare: nel 1932, con il grado di Maggiore, ebbe il comando della Piazza di Lucca, e infine il 16 giugno 1833 fu insignito, “per il merito militare”, della Croce di San Giorgio.

*Storico