
di Daniele Mannocchi
La battaglia delle forze ambientaliste contro la realizzazione dell’asse di penetrazione a sud dello stadio continua. Le rimostranze dei coordinamenti "No asse" e "La Lecciona non si tocca" poggiano su tre pilastri, che potremmo definire tecnico, democratico e scientifico.
Sul primo parametro, "il Comune ha dato l’incarico allo studio Boeri di Milano per la redazione del nuovo piano strutturale della città e siamo in attesa del nuovo piano portuale – spiegano –; contestualmente, al dipartimento di ingegneria dell’università di Pisa è stata chiesta una variante semplificata al vecchio piano con lo scopo di realizzare l’asse. Dal momento che la questione riguarda la Darsena nel suo insieme, il suo futuro e il rapporto con il resto della città, viene da chiedersi se la pianificazione del quartiere non debba rientrare all’interno del nuovo piano strutturale della città". Un quesito girato all’avvocatura della Regione, al presidente Giani, all’assessore alle infrastrutture Baccelli, al direttore della pianificazione Ianniello, all’architetto Marioni e al consigliere speciale per la costa Alessandro Del Dotto. Oltre alle delucidazioni sulla legittimità dell’operazione, gli ambientalisti chiedono "di rinunciare alla variante e procedere alla pianificazione del quartiere all’interno del piano strutturale, in concordanza col nuovo piano regolatore portuale".
Il secondo pilastro è la partecipazione democratica della città all’iter per la definizione dell’asse. "È stato messo in piedi un processo partecipato – ricordano i coordinamenti –: due incontri in tutto, svolti online e organizzati senza darne adeguata informazione. Noi stessi lo abbiamo saputo solo grazie a un messaggio privato. E nel primo dei due incontri non è stato possibile intervenire". Per questo secondo punto critico, è stata inviata una segnalazione al garante dell’informazione e della partecipazione regionale. "Vogliamo che gli incontri continuino – la posizione degli ambientalisti – e che siano aperti e condivisi con la cittadinanza".
Dulcis in fundo, c’è la madre delle questioni: cui prodest? Per i coordinamenti, qualsiasi ragionamento sviluppato in questi anni risulta fallace, dal momento che mancano dei dati certi da cui partire. "L’asse è una nuova strada che significa impermeabilizzazione del terreno, una cesura netta nel bosco e un’arteria che separerà la Darsena del Campo d’Aviazione – sottolieano –; regimazione del traffico e sviluppo della nautica sono interessi legittimi da perseguire, ma bisogna spiegare perché, su cinque alternative a disposizione, sia stata presa in considerazione quella col maggiore impatto ambientale. Per il passaggio delle barche? Se il parametro è questo, bisognerebbe prima sapere quante sono: al momento c’è solo una tabella di Navigo, senza alcun riferimento, che parla di una barca ogni 35 giorni in tutta l’area della Darsena, senza per forza partire da Cotone. Prima di procedere, bisognerebbe studiare seriamente tutte le opzioni disponibili".