Dall’ondata di maltempo anche la Pineta di Ponente ne esce a pezzi. Come i tronchi dei pini crollati spontaneamente al suolo o abbattuti con le motoseghe poiché giudicati instabili, e dunque a rischio cedimento, a seguito di un primo monitoraggio svolto dai tecnici incaricati dal Comune intervenuti subito dopo il passaggio di Ciaran. Di questo passo, acquazzone dopo acquazzone, viene da chiedersi cosa resterà della Pineta cittadina senza più i pini.
Lo scenario, nel parco, è infatti spettrale. Con cumuli di ciocchi di legno accatastati ai margini della strada e decine di piante ancora accasciate, compreso il grande pino che faceva ombra sulle piste del minigolf “Il Pirata“. Ancora da quantificare i danni causati da quel gigante franato sulle buche (chiuse nella stagione invernale): le radici della pianta hanno sollevato una delle piste lillipuziane mentre le altre sono ancora sepolte dall’immensa chioma. "Quando sarà rimossa la pianta vedremo cos’è accaduto..." dice la titolare della concessione, che ha già contattato una ditta di giardinaggio per la rimozione dell’albero. Mentre le ditte incaricate dal Comune proseguono a portar via i resti dell’ennesima moria.
Purtroppo la caduta in serie dei pini - alla quale il Comune ha risposto nel tempo piantando qua e là giovani piante – non è più un evento eccezionale, ma l’ennesimo disastro figlio dell’impaludamento di cui soffre la Pineta di Ponente che per reggere alle piogge intense avrebbe bisogno di una costante manutenzione dei fossi. Per far sì che questi possano scolmare in maniera naturale nel tratto terminale della Fossa dell’Abate, dove si affaccia l’ultima Pineta. Quella di via Zara, dove ormai non si contano più i pini pers. E per restituire verde e ossigeno a quel tratto di parco il Comune sta procedendo ora alla nomina di un agronomo che, dopo un censimento degli alberi ancora in piedi, dovrà redigere anche un piano di recupero.
mdc