La nightlife sta morendo: "Il turismo si impoverisce. Saremo solo un dormitorio"

Il dj Marco Bresciani aveva riportato in pista la generazione degli ’anta’: "Troppi locali chiusi perché gli amministratori non hanno più un orientamento"

Il dj Marco Bresciani

Il dj Marco Bresciani

Viareggio, 24 marzo 2024 – Locali da ballo ormai quasi azzerati, ragazzini che vanno in pista solo per la ’selfie-mania’ e non per socializzare e un’offerta di divertimento che rischia di dirottare turisti altrove. A tracciare un’analisi dell’andamento della nightlife in Versilia è dj Marco Bresciani, da oltre 40 anni re della consolle, che proprio dalla Bussola, nell’autunno scorso, ha fatto partire il progetto Music hall per far ballare la generazione ’anta’: un boom di presenze la domenica dalle 17 alle 24 che adesso rischia di sfumare definitivamente.

C’è amarezza...

"Stiamo cercando un locale in Versilia dove riproporre quel format, spostandolo in estate la sera. Perdere tutta quella clientela ritrovata è un peccato: proponendo repertori anni 70-80-90 abbiamo fatto vivere in Bussola emozioni e ricordi degli anni d’oro, offrendo risposta, una volta al mese, a quel pubblico adulto che non trovava più divertimento. Ricordo che proprio la vecchia generazione è quella che maggiormente ha il culto della discoteca, da ragazzini lo appuntavano sul diario e non vedevano l’ora di scendere in pista per incontrarsi e conoscersi. Eravamo riusciti ad invertire una tendenza all’isolazionismo".

Nel senso?

"Complice anche il periodo di pandemia oggi tutto è cambiato, troppe persone restano a casa e cercano contatti sui social. Tutto si consuma così, senza la bellezza del dialogo e dell’incontro. Nelle poche discoteche adesso ci sono solo ragazzini"

Come mai unicamente giovanissimi a ballare?

"In passato la Versilia proponeva le discoteche aperte la domenica per i più piccoli, facendo un’operazione di ’educazione al divertimento’. Penso al Cavalluccio o alla Caravella dove si ballava dalle 14 e poi si tornava a cenare in famiglia. Ora i giovani adesso non hanno più la cultura della discoteca, ci vanno solo se c’è l’idolo del trap, e non vivono le emozioni del momento ma postano video o foto per ostentare che c’erano".

Ma qual è il motivo della progressiva chiusura dei locali?

"Negli anni abbiamo perso Canniccia, Faruk, Seven, Ostras, Vittoria, Midhò e Tucano che lavoravano tantissimo con stagioni gloriose e file fuori per entrare. La crisi è data dai gestori che non hanno più una direzione chiara. Non ci sono i Bernardini di una volta che credevano fortemente in una scommessa ed erano innamorati del lavoro della notte. E poi ormai i ristoranti sono diventati discoteche e i locali sono mutati in luoghi dove si mangia".

La prospettiva?

"Mi auguro che il ministro al turismo Santanchè prenda in mano la situazione visto che conosce bene la Versilia. Non possiamo permetterci di perdere le discoteche perché non siamo come sull’Adriatico che ci sono divertimenti alternativi come acquapark. Addirittura sono sparite pure sale da liscio. E non possono certo sopperire i programmi di concerti estivi che teminano alla mezzanotte: poi mandiamo tutti a letto? I locali portano persone, anche quel turismo veloce del weekend che però fa lavorare hotel e stabilimenti balneari. Il territorio deve capire quale direzione imboccare: a Viareggio l’unico bar che faceva music show è stato oggetto di proteste perchè la gente vuole il silenzio. Allora, in Versilia, facciamoci le terme per anziani".

Francesca Navari