"La mappatura non si tocca". I parlamentari contro l’Europa sulla disponibilità delle concessioni

La conferenza organizzata alla Camera dalle associazioni di categoria con i deputati di maggioranza. Zucconi (FdI) e Bergamini (FI) ribadiscono che "il 67% delle coste italiane è disponibile al libero mercato".

"La mappatura non si tocca". I parlamentari contro l’Europa sulla disponibilità delle concessioni

"La mappatura non si tocca". I parlamentari contro l’Europa sulla disponibilità delle concessioni

"La mappatura delle spiagge non è da mettere in discussione". E’ il punto fermo ribadito dagli onorevoli versiliesi alla conferenza stampa organizzata ieri alla Camera da Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e Base Balneare con Donnedamare proprio per dialogare direttamente con i parlamentari Maurizio Gasparri, Deborah Bergamini, Riccardo Zucconi, Elisa Montemagni e Salvatore Marcello Di Mattina. Una iniziativa per riaprire il dialogo con le istituzioni europee per ottenere una corretta applicazione della Direttiva Bolkestein, accompagnata a un secondo evento organizzato al Parlamento Europeo a Bruxelles, così da portare all’attenzione della Commissione Europea, "come la mappatura redatta dal Governo italiano sia stata realizzata coerentemente con la corretta applicazione delle norme europee, come anche indicato dalla Corte di Giustizia del Lussemburgo".

"La commissione europea contesta la mappatura – evidenzia Riccardo Zucconi, parlamentare di FdI – ma questo non vieta che a livello nazionale non si possa procedere. La competenza è delle strutture dei ministeri dei trasporti, delle politiche Ue e del mare, la mia proposta è che si proceda con una norma che cristallizzi il dato emerso della mappatura. Nessuno pensi di contrastare la direttiva Bolkenstein, che va semplicemente applicata. Ma la contestazione che ci arriva dall’Europa mi lascia perplesso, perché quel lavoro non può essere né disconosciuto, né contestato. L’Ue lo critica appigliandosi al pregio di alcune zone rispetto ad altre e alla conformazione morfologica delle coste, ma in realtà abbiamo verificato - anche con l’ausilio di Ispra - che in molti tratti rocciosi ci sono concessioni di vario tipo. Non si possono escludere aprioristicamente. Non c’è dunque scarsità di risorse. Qualora si ansdasse alle aste – chiude – la base dovrà contemplare anche il valore dell’impresa che insiste su quella concessione".

"Sulla stessa linea Deborah Bergamini, deputata e vicesegretaria di FI. "Non ci è piaciuta la risposta della commissione Ue, è stata come a sminuire il lavoro compiuto – tuona – che dimostra come il 67% delle lunghissime e amplissime coste italiane è disponibile al libero mercato. Sulla base di questo risultato, seppur incompleto, abbiamo tutti gli elementi per una corretta applicazione della direttiva Bolkestein, laddove se non c’è scarsità non si procede. Serve norma che raccolga del lavoro di quel tavolo tecnico. Non vorrei che l’obiettivo sia sostituire i balneari, sarebbe un’altra cosa rispetto al libero mercato. Credo che le coste italiane siano aperte a chi giustamente può e vuole investire ma non sostituire chi ha costruito un modello eccellente che è diventato una specificità del turismo mondiale. Dovremo spiegarlo ai funzionari europei".

Fra.Na.