La lunga attesa della Carovana. Picnic, risate e goliardia

Da Pietrasanta alle pendici del Montemagno una festosa cornice di pubblico lungo le strade

Un lungo serpentone colorato che, di tornante in tornante, diveniva sempre più colorato e, soprattutto, più numeroso. I 4,7 chilometri del Montemagno sono divenuti un teatro a cielo aperto; un ‘teatro ciclistico’ meta di pellegrinaggio dei tantissimi appassionati versiliesi. "Le rampe del monte, che divide la valle camaiorese dalla Val Freddana, sono state digerite con assoluta facilità dai corridori. Del resto - è stato il commento comune a tutti - un Gpm di 4° Categoria non può fare selezione, ma almeno siamo stati in grado di distinguerli quasi tutti".

Gli appassionati si sono mossi con relativa tranquillità, presentandosi all’ascesa quando già si avvicinava l’ora di pranzo. Nicola Mugnaini è riuscito persino a trovare parcheggio, per la propria auto, a poca distanza dal borgo. "Sono stato fortunato - ammette - perché man mano che salivo vedevo sempre più aumentare il numero degli amatori in sella alle loro biciclette, così come gli appassionati che già si erano conquistati i tornanti più belli". Nicola, ciclista amatore, è salito assieme ad un nutrito gruppo di amici tra cui diversi bambini. "Per loro è stata come una sorta di tappa alpina e così abbiamo tutti mangiato un bel panino". Per il carrista Fabrizio Galli, amatore "che dal 15 febbraio ad oggi ha già percorso più di 3000 chilometri in bicicletta", un salto sul Magno era doveroso. "Sono salito nel primissimo pomeriggio - racconta - con tranquillità e mi sono fermato al penultimo tornante prima del Gpm. Una scelta studiata perché sapevo che quello era il punto migliore per poter distinguere bene i corridori e per poterli anche vedere dall’alto verso il basso". In una posizione così privilegiata Fabrizio ha potuto distinguere chiaramente la Maglia Rosa Pogacar: "È stato impressionante ammirare la leggerezza della sua pedalata, sembrava non fare fatica".

Sergio Iacopetti