La Fiera di Ognissanti. Tra bomboloni e animali alle origini della tradizione

Il Primo e il 2 Novembre torna l’appuntamento che colora il centro storico. Negli anni Ottanta fu rilanciata da Claudio Barsuglia e Andrea Leto .

Alle porte di novembre, mese piovigginoso e cupo, c’è un evento in particolare che si propone di portare colore a Camaiore: la fiera di Ognissanti. Questa fiera si svolge ogni anno i primi due giorni di novembre. Molti banchi, persone che passeggiano, prodotti di ogni tipo, il profumo dei bomboloni e il nitrire dei cavalli. Ma come ci siamo arrivati? Questa fiera è infatti una delle più antiche versiliesi, concessa nel 1441 dai fiorentini e tutt’ora evento attrattivo e aspettato con ansia dai camaioresi. A parlarcene è il comandante della polizia municipale di Camaiore, Claudio Barsuglia, che dagli anni ’80 a questa parte ha preso sotto la sua ala questa manifestazione: "La fiera è stata trasformata da me e dall’allora veterinario dell’USL Andrea Leto, entrambi appassionati di animali e interessati a ricostruire il settore agricolo che ormai non esisteva più".

Inevitabilmente, come afferma il comandante, la fiera è cambiata nel corso degli anni: si è dato più spazio a certi aspetti e modernizzati altri, fino ad arrivare alla manifestazione che conosciamo oggi e che ogni anno ci rallegra. Tale modernizzazione, però, ha ugualmente permesso di mantenere le peculiarità che sono caratteristiche di un territorio agricolo e a tradizione familiare come il nostro. Tutte queste trasformazioni e modernizzazioni sono quindi iniziate nei primi anni ’80, quando l’ex sindaco Pezzini affidò il difficile compito a Barsuglia di risollevare quest’evento: in quegli anni, infatti, tutto il settore agricolo non aveva più spazio, confinato in via delle Muretta, e si riduceva di anno in anno la sua presenza. Barsuglia e Leto, spinti da una passione comune, cercarono di riqualificare la fiera tramite alcune iniziative volte proprio al settore agricolo, concedendo uno spazio idoneo e sufficiente. "Cercammo commercianti di animali per invitarli a ritornare in un nuovo spazio che avrebbe ridato fiato a quello che era il settore originale e più importante, ovvero quello agricolo del cavallo".

Gli anni ’80 sono stati l’anno zero della fiera di Ognissanti che noi oggi conosciamo: adesso il settore agricolo è situato nella zona di Badia, spazio idoneo per ospitare vari tipi di animali come i cavalli, tanto amati dai bambini ma anche dai più grandi. Anche i prodotti venduti giocano un ruolo fondamentale, e proprio a questo proposito Barsuglia afferma "nei primi anni ’80 furono destinate concessioni alle specializzazioni come ferramenta, casalinghi, giocattoli per garantire sempre la loro presenza e vendita all’interno della fiera". La fiera di Ognissanti porta quindi non solo felicità nel presente, ma anche un ricordo vivo della nostra tradizione.

Viola Mallegni