CHIARA SACCHETTI
Cronaca

La felicità di Raciti: "L’idea del carro?. È nata dalla pressione che sentivo addosso"

Festa all’annuncio del verdetto sulle note di "We are the champions" "Sono felice perché la costruzione è venuta come la immaginavo". Poi la dedica ai genitori, alla sorella e a quanti lo hanno aiutato.

Festa all’annuncio del verdetto sulle note di "We are the champions" "Sono felice perché la costruzione è venuta come la immaginavo". Poi la dedica ai genitori, alla sorella e a quanti lo hanno aiutato.

Festa all’annuncio del verdetto sulle note di "We are the champions" "Sono felice perché la costruzione è venuta come la immaginavo". Poi la dedica ai genitori, alla sorella e a quanti lo hanno aiutato.

Ci siamo lasciati un anno fa con la promessa che avrebbe fatto ‘del suo meglio’ nel triennio in seconda categoria. E meglio che vincere per due anni di seguito, partendo appena nove anni fa da Acireale e salendo di gradino in gradino in tempi record, che cosa c’è? Matteo Raciti, 38 anni, siciliano verace, architetto con la passione per il Carnevale, è un giovane modesto, che ripete quasi ossessivamente che il suo successo è quello di un’intera squadra, ormai consolidata, che lo ha seguito fin dai primi passi. “E’ tardi, è tardi, è tardi!”, i tre conigli bianchi , tratti da “Alice nel paese delle meraviglie”, hanno incantato fin dal primo corso, metafora perfetta dell’uomo contemporaneo a cui manca sempre il tempo. Il carro ha vinto anche il premio modellatura dedicato ad “Alfredo Morescalchi” e ha centrato il bersaglio, piazzandosi davanti a quello che appariva a tutti l’unico competitor, la costruzione di Fabrizio e Valentina Galli.

Scoppia la gioia del costruttore mentre ascolta i verdetti al palo, insieme alle sue 130 maschere. Si alza lo striscione “Matteo Raciti fan club”, si stappano bottiglie si intona “We are the champions”.

Raciti è travolto dagli abbracci. Quanta felicità c’è oggi? "Sono felice perché il carro è venuto esattamente come lo immaginavo perché è scaturito proprio da una mia riflessione personale dopo lo scorso anno, quando trovandomi ad affrontare per la prima volta il lavoro del carro, sentivo tutta la pressione. La riflessione si è allargata a tutta la società dove anche le persone più comuni affermano di non avere tempo! E’ un po’ la mia stessa generazione che ha tante possibilità in più delle precedenti ma si perde nell’insoddisfazione. Artisticamente ho usato solo i tre colori fondamentali e il bianco e il nero, ispirandomi ad un laboratorio che avevo fatto nei miei studi di architettura su Mondrian".

Anche i movimenti del carro sono curati da Raciti stesso insieme ai suoi collaboratori, la sua squadra di carpentieri, e il corteggio delle maschere ha prodotto anche quest’anno una simpatica coreografia.

Si immaginava un tale successo? "Fin dall’uscita dalla Cittadella ho avuto un’impressione positiva; una sensazione di tranquillità interiore, ma la sorpresa è stato il ritorno dell’opinione pubblica: il messaggio passava immediatamente. La gente mi fermava per dirmi che si era emozionata".

Domanda di rito: a chi dedica la vittoria? "Sicuramente ai miei genitori Rosaria e Filadelfo, a mia sorella Enrica, che in questi anni faticosi e impegnativi mi sono sempre stati vicini: vengono ogni anno dalla Sicilia per sostenermi. Poi ai miei collaboratoti e collaboratrici, ai miei amici e parenti, alle mie maschere, ai movimentisti che sono la vera anima del carro".

Ecco il lungo elenco dei collaboratori: Andrea Ciaramitaro, Serena Mazzolini, Davide Fornari, Federico Puccinelli, Salvatore Rizzotti, Giancarlo Sorvillo, Michele Longoni. Coreografie di Eleonora Di Vita e Camilla Ciucci; costumi di Laura Bartelloni realizzati dalla sartoria Melania Lopes. Dj, Marco Bertolucci, consulenza teatrale di Jonathan Bertolai, colonna sonora di Patrizio Orsini. Chiara Sacchetti