La "Croisette" viareggina ora è un deserto Luci spente per sempre e un silenzio tombale

La città era la seconda piazza toscana per sbigliettamento. Poi gli spettatori sono andati altrove e la pandemia ha dato il colpo di grazia

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Tra gli effetti collaterali della pandemia da Covid-19 c’è anche quello, imprevisto, di aver fatto risuscitare le sale cinematografiche estive all’aperto. Ce n’erano parecchie, in tutti i Comuni versiliesi, negli anni d’oro del cinema. A Viareggio si ricordano ancora il Garden e il Blow up e prima ancora il Nettuno (sì, c’era anche lì un cinema all’aperto). Tutti chiusi, uno dopo l’altro, ma ai giorni nostri l’idea dell’arena estiva è tornata di moda, sospinta dalle cautele contro il contagio: così nella nostra città l’Arena del Palazzo delle Muse propone con discreto successo i film sotto le stelle.

Per il resto, oggi il panorama cinematografico viareggino è desolante: tutte le sale della Passeggiata sono chiuse. Eppure Viareggio aveva superato quasi indenne la grande crisi dell’esercizio cinematografico post 1975, susseguente all’affermazione delle televisioni private. In Italia, per effetto di questa rivoluzione e del cambiamento delle abitudini, molte sale hanno chiuso dopo il giro di boa degli anni Settanta: erano circa 11.000 nel 1975, nel 1990 si riducono a meno di 3.300.

Bisogna dire che Viareggio in quella fase storica (1975-1998) riesce a tenere la rotta nonostante la tempesta. Nel 1991 perde il Supercinema ma conserva un nucleo di sale concentrate sulla Passeggiata (Politeama, Odeon, Eden, Eolo), dislocate nel salotto buono cittadino, a poca distanza una dall’altra. Quasi una multisala naturale ante litteram, cui si potevano aggiungere il Goldoni e il Centrale e – sia pure aperto a intermittenza – il Principe di Piemonte. Così Viareggio, anche grazie alle prime visioni e alle anteprime, riesce ad attirare un ampio bacino di spettatori dalle province vicine. L’effetto? Una serie di record, che hanno resistito dal 1975 sino quasi alla fine degli anni ‘90. Intanto, come numero di biglietti venduti nel corso dell’anno, in questo periodo Viareggio vanta il secondo posto assoluto in Toscana, subito dopo Firenze. E, su scala nazionale, un notevole trentesimo posto assoluto. Niente male, per una città medio-piccola. E ancora, un altro blasone: il primato nazionale dei biglietti venduti in rapporto al numero di abitanti. Effetto, come si è visto, della capacità delle sale della Passeggiata di accogliere spettatori dalle province circostanti: Massa e Pisa innanzi tutto. Viareggio diventa così una delle piazze cinematografiche più importanti: la distribuzione spesso riserva alla nostra città succose anteprime. A questa concentrazione di quattro sale di prima visione sulla “strip” della Passeggiata si deve inoltre l’arrivo in città, nel 1989, del festival EuropaCinema. Era stato il regista Carlo Lizzani a suggerire a Felice Laudadio di scegliere Viareggio come sede idonea per di un festival cinematografico.

Poi l’incantesimo, piano piano, si rompe. Quanto ai motivi, è presto detto. L’home video (prima attraverso il noleggio dei dvd, poi con le piattaforme di streaming ‘on demand’), sottrae spettatori alle sale tradizionali; ai canali legali si aggiunge la pirateria, che trova nella diffusione di Internet un nuovo slancio. Ma soprattutto l’emergere delle multisale (da 2 a 8 schermi) e dei multiplex (da 9 in su) cambia in profondità le regole del gioco. Il nuovo corso travolge le sale tradizionali. I multiplex in particolare si configurano come veri e propri “villaggi del cinema”, collocati in zone periferiche e attraggono spettatori grazie alla facilità di trovare parcheggio e all’ampio ventaglio di titoli proposti in contemporanea. Alla vigilia dell’anno 2000 la guerra è aperta. Nel 1999 viene annunciato il progetto di un multiplex a Lido di Camaiore, che mette in allarme i gestori delle sale storiche. Non se ne farà di nulla, come rimane al palo anche il successivo progetto, sostenuto da Fabrizio Larini, gestore del Goldoni, e successivamente del Centrale e dell’Eden, di realizzare un multiplex nella zona della Cittadella del Carnevale.

Viareggio rimane drammaticamente indietro, se si eccettua la mini multisala del Goldoni (appena due schermi). Di multisala si parla anche per l’Eolo, ma pure questo progetto rimane sulla carta. Intanto la rivoluzione avanza: in Toscana dal 2001 al 2008 si registrano 56 chiusure di sale cinematografiche contro 15 nuove aperture. In compenso gli schermi aumentano di 32 unità. È chiaro che a rimetterci sono i cinema tradizionali. Per quanto riguarda Viareggio, i biglietti venduti nel corso di un anno passano dai 341.476 del 2007 ai 263.905 del 2011: un’emorragia imponente, destinata a peggiorare con l’affermarsi dei giganti dello streaming tv, come Netflix, che ormai producono film costosi e li presentano ai festival più importanti senza passare dalla sala cinematografica. Così si assiste allo stillicidio delle sale di Passeggiata: cadono uno dopo l’altro i “gioielli” che avevano costituito la gloria del Novecento: l’Eolo nel 2011, il Politeama nel 2018, l’Odeon e l’Eden nel 2020. La pandemia dà il colpo di grazia. Dov’era la “Croisette” viareggina ora, cinematograficamente parlando, è il deserto.

Umberto Guidi

Chiara Sacchetti