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"La cocaina è la droga degli insospettabili"

Sabato notte l’ultima tragica emergenza: il direttore del pronto soccorso Pepe racconta la vita in prima linea nella cura degli intossicati .

La drammatica scomparsa di Samuele Ventrella, il 25enne torinese rimasto vittima di un mix letale di alcol e droghe nella notte tra sabato e domenica, pone ancora una volta l’accento sul problema dell’abuso di sostanze. Un dramma che in questa anomala estate post-Covid sembra aver aumentato le sue proporzioni, come racconta il primario del pronto soccorso del Versilia, Giuseppe Pepe.

Dottore, riusciamo a tracciare una fotografia del fenomeno?

"Abbiamo fatto dei conti e dalla fine del lockdown ci sono stati più di 70 intossicati. Possiamo dire che il fenomeno è sicuramente in espansione rispetto all’anno scorso: sono aumentati gli accessi, soprattutto di minorenni e nei fine settimana, intossicati da alcol e cannabinoidi. Saranno gli effetti del lockdown, sarà la ripresa della movida, ma sono numeri importanti, anche perché oltre a quelli che si presentano, ci sono tutti quelli che non vengono in ospedale. Da medici siamo molto preoccupati perché con le intossicazioni si perde ogni controllo, e in questo modo si allentano pure le maglie della prevenzione del Covid. Senza contare che con l’ospedale già sovraffollato per il picco turistico, arriva gente che poteva tranquillamente godersi la vita altrove".

Sono aumentati anche gli accessi legati all’uso di cocaina...

"In Versilia è un problema cronico e quando facciamo il tossicologico ci accorgiamo che si espone alla cocaina anche gente insospettabile. In questa zona, l’uso è frequente anche in inverno e non è legato solo ai fine settimana".

E’ possibile tracciare un identikit del consumatore?

"Gli intossicati da alcol e basta hanno un’età media intorno ai 30 anni, mentre per la cocaina si va sui 40. Il profilo varia: l’intossicato da cocaina non è per forza quello col Rolex. A volte la troviamo anche in persone che hanno un profilo diverso da quello che si potrebbe immaginare per un consumatore di cocaina. Non è più la droga dei benestanti o dei vip e purtroppo la notiamo anche in profili giovani che ne fanno un uso voluttuario".

Come funziona il ricorso alle cure del pronto soccorso? Sono gli amici che si accorgono che qualcosa non va?

"Una buona fetta dei soggetti che prendiamo in carico sono coinvolti in risse o incidenti stradali, quindi li porta il 118. Gli altri invece arrivano da soli, probabilmente perché spaventati dagli effetti dell’etanolo e delle droghe, spesso accompagnati da amici. Il ricorso all’ospedale è sicuramente opportuno, perché spesso arrivano persone in gravi condizioni di alterazione dello stato di coscienza, però...".

Però...?

"E’ chiaro che l’aumento degli accessi al pronto soccorso, che possiamo calcolare intorno al 2030 per cento, è legato anche a una crescita della popolazione che registriamo soprattutto nei fine settimana. Ed è normale che dopo il periodo che abbiamo vissuto, ci sia una voglia maggiore di lasciarsi andare. Però bisogna farlo nel modo giusto. Come abbiamo elogiato i cittadini della Versilia per il modo in cui hanno risposto all’emergenza sanitaria, così li vorremmo elogiare per gestione del momento presente".

Come vengono gestiti i soggetti intossicati presi in carico al pronto soccorso?

"Come tutti gli altri. Si parte dal triage e quindi si viene assegnati al livello d’intensità di cure adeguato. Se uno arriva in coma perché ha battuto la testa, verrà trattato per un trauma cranico; se uno è in coma perché ha bevuto, viene trattato nello stesso modo dai medici e dagli infermieri che presidiano il pronto soccorso. Poi, di tutti gli accessi, un 5 per cento resta in ospedale, mentre tutti gli altri riusciamo a smaltirli nel giro di 2448 ore".

Daniele Mannocchi