Il ritorno del Tabarracci. Ospedale di comunità con trentasei posti letto per le cure intermedie

Siglato il contratto di comodato d’uso gratuito tra il Comune e l’Asl. L’immobile era finito all’asta dopo il fallimento della Patrimonio Srl. Riacquisito dall’Ente, ora l’azienda sanitaria finanzia il completo recupero.

Il ritorno del Tabarracci. Ospedale di comunità con trentasei posti letto per le cure intermedie

Il ritorno del Tabarracci. Ospedale di comunità con trentasei posti letto per le cure intermedie

Il vecchio “Tabarracci“ – che dopo l’apertura del “Versilia“ è stato in parte riconvertito dall’Asl in “Casa di Comunità“ – tornerà ad essere anche un ospedale. E per l’esattezza, affiancata all’attività dell’Hub, nascerà l’ospedale di comunità che secondo quanto previsto dal “Piano nazionale delle cronicità“ dovrà svolgere una funzione intermedia tra domicilio e ricovero ospedaliero. Sono trentasei i posti letto (il modello nazionale per lo sviluppo dell’assistenza territoriale ne prevede venti ogni centomila abitanti) che saranno dedicati a quei pazienti "che – spiega il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro – hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica, di assistenza o sorveglianza sanitaria infermieristica continuativa".

Proprio ieri mattina è stato siglato il contratto di comodato d’uso gratuito per cinquant’anni tra il Comune e l’Asl Toscana Nord Ovest per un immobile – all’interno del complesso “Tabarracci“, riscattato dal Comune per 400mila euro dal fallimento della Viareggio Patrimonio Srl in virtù di in un accordo con il curatore Donato Bellomo che risale al 2022. E lì, nel padiglione Nord rimasto dismesso, l’azienda sanitaria realizzerà il progetto con un investimento complessivo da 6milioni di euro, finanziato per 4,3milioni con i fondi del Pnrr e per il resto con fondi propri. L’obiettivo "è implementare e potenziare – spiega la Asl – la rete aziendale di assistenza primaria", attraverso una struttura in cui ricoverare i pazienti con necessità di assistenza a bassa intensità ma che hanno esigenza di monitoraggio sanitario h24.

In particolare l’ospedale di comunità è pensato per accogliere pazienti fragili o cronici, provenienti dal domicilio, che si trovano a fare i conti con la riacutizzazione di una condizione clinica preesistente o l’insorgenza di un quadro imprevisto, il cui ricovero in ospedale risulti inappropriato. O ancora pazienti affetti da multi morbilità, provenienti da ricovero, clinicamente dimissibili per conclusione del percorso diagnostico-terapeutico ma che necessitano di assistenza infermieristica continuativa; pazienti che richiedono assistenza nella somministrazione di farmaci o nella gestione di presidi o dispositivi, interventi di affiancamento, educazione ed addestramento del paziente e del caregiver prima del rientro a casa; e infine che necessitano di supporto riabilitativo e rieducativo.

L’edificio, in cui saranno impiegati circa dieci operatori, sarà dotato di un’area per l’accoglienza, di camere di degenza (di minimo 12mq per la singola, 18 per la doppia) con servizio igienico; di un’area a servizio della residenzialità, dedicata al consumo dei pasti e al soggiorno; un’ala destinata alle attività sanitarie, dunque l’ambulatorio per le visite e le medicazioni, due locali per il personale infermieristico e medico, e una ai servizi di supporto, tra spogliatoi e depositi. E di tutte le strumentazione per la diagnostica, le medicazioni, e la gestione dell’emergenza.

Martina Del Chicca