Il pirata Barbanera e l’importanza delle alghe

Il pirata Barbanera è un personaggio storico realmente esistito. Il suo nome era Edward Teach pirata dei Caraibi. E se qualcuno lo chiamava Corsaro firmava la sua condanna a morte. Corsari, infatti, erano capitani di vascelli che ricevevano dai sovrani inglesi una lettera di corsa per attaccare le navi spagnole; erano quindi dei servi della regina. I pirati, invece, scorrazzavano liberi e felici nei mari del sud fieri di non avere padroni cui dedicare il bottino.

Teach fra il 1716 e il 1718 affondò qualcosa come 40 vascelli nemici derubandoli di oro e argento. La sua fama era terribile resa ancora piu tremenda dalla sua enorme barba nera e da notevoli capacità sceniche. Per spaventare gli equipaggi delle navi abbordate egli incendiava delle micce di zolfo che gli uscivano dal cappello creando un fumo terrificante. Ma Teach, oltre che pirata, fu testimone inconsapevole di come si potesse evitare a bordo delle navi la malattia del secolo, lo scorbuto. Violenta patologia (dovuta ad avitaminosi) che regolarmente decimava gran parte dei marinai costretti a lunghi viaggi senza soste. Temendo, infatti, che carne essiccata e gallette acquistate nei porti di Charleston o Tampa potessero essere state avvelenate dagli Inglesi, egli imponeva al suo equipaggio di cibarsi solo con pesce pescato ed alghe marine. E fu questa la loro salvezza: salicornie, spirulina, lattughe di mare ed altre alghe sono ricchissime di vitamina C unica vera profilassi dello scorbuto.

Questi cibi, nella società di oggi, ove la Tv trasforma curiosi personaggi in cuochi famosi, sono praticamente sconosciuti visto che dal video debordano spesso orrendi arrosti ed improbabili brasati.

Peccato: Alghe commestibili quali la Nori, la SalicornIa, la Wakame, la Kombu contengono minerali rari quali lo iodio (importante per una tiroide sana) ed il silicio utile per combattere l’osteoporosi. Non solo: usare queste alghe dal sapore intenso permette di ridurre in cucina l’uso del sale,vero nemico della nostra salute.

Come usarle? Beh il miglior modo per gustarle nella loro sapidità è quella di bollirle e condirle con olio di oliva ed aceto balsamico. Sono di facile digestione e, se beviamo l’acqua di cottura, ci regalano anche una marea di vitamine quali ad esempio quelle del gruppo B, più antibiotici naturali così importanti in questo periodo.