TOMMASO
Cronaca

Il mito Versilia tra Bernardini e il Metaverso

Strambi

Gli anni Sergio Bernardini, della Bussola. Anni memorabili, irripetibili, gli anni del boom. Gli anni che videro nascere il mito della Versilia. Un mito generato soprattutto "dal grandissimo Sergio – ricorda un giornalista che lo ha conosciuto da vicino come Sandro Bugialli – , un genio nel suo campo, generoso, imprevedibile, pazzo scatenato, sempre pronto a parlare e ad ascoltare, a rischiare tutto per raggiungere il suo scopo: quello di offrire alle folle di giovani e meno giovani che frequentavano la sua Bussola, eventi spettacolari unici, emozioni indimenticabili, serate da ricordare per tutta la vita". Oggi i tempi sono cambiati. Le star si esibiscono nei mega stadi o nelle grandi arene (come il Circo Massimo). È lo show business che ha mandato in soffitta le emozioni delle discoteche come la Bussola. Bernardini, da buon visionario, lo aveva intravisto. Per questo aveva lanciato, già alla fine degli anni Settanta, Bussoladomani, il grande tendone di Lido di Camaiore. E funzionò. Anche grazie alla voce senza tempo di Mina, che lì nel 1978 tenne il concerto che segnò il suo addio definitivo alle scene. Che anni. Anni memorabili, irripetibili sentiamo ripetere. Ed è vero. In quelle forme non torneranno più. Il mondo è in continua evoluzione. Il più grande concerto di tutti i tempi non è più quello di Woodstock (dove per tre giorni che divennero quattro presero parte tra i 400 e i 500mila giovani) ma quello di Travis Scott sulla piattaforma del gioco Fortnite capace di attirare qualcosa come 12 milioni di persone collegate contemporaneamente dai loro device (smartphone o tv). E il Metaverso ci promette, nel prossimo futuro, di vivere in maniera ancora più, interattiva e immersiva i nostri prossimi concerti. Le nostre emozioni vibreranno sfiorando con la mano il viso della nostra star più amata. Ecco perché, nel ricordare Sergio Bernardini, conviene coglierne il suo essere visionario più che quello nostalgico. Lui oggi sarebbe proiettato nel futuro, forte del grande bagaglio del passato. Senza nostalgie, ma capace di stupire ancora.