ENRICO SALVADORI
Cronaca

Il mito e la ricorrenza. De André, il primo live proprio mezzo secolo fa

Domani sera al teatro Garibaldi di Prato la tribute band “Via del Campo“ ricorderà il 15 marzo 1975, quando Faber esordì in pubblico alla Bussola.

De André e la sua band brindano con Sergio Bernardini

De André e la sua band brindano con Sergio Bernardini

Convincerlo non fu facile. Anzi fu difficilissimo. Nonostante che Sergio Bernardini gli avesse presentato sotto il naso un assegno in bianco. Ma quando andò in scena, esattamente mezzo secolo fa, si capì che l’evento della Bussola di Focette era destinato a fare storia. Il 15 marzo 1975, un sabato come domani, fu la prima volta che Fabrizio De André si esibì live. Nessuno sapeva che sarebbe stato il primo concerto di un tour di 120 serate che fruttò una cifra importante: pare 300 milioni di lire. E per questo ci furono anche polemiche perché Fabrizio era il cantautore più schivo della scena nazionale e tra i più politicamente impegnati all’epoca. Aveva sempre rifiutato di esibirsi in pubblico in maniera ufficiale, era allergico agli stereotipi, rifiutava sdegnosamente l’omologazione. Sergio, che di talenti se ne intendeva, lo corteggiava da tempo e fece molti viaggi a Genova per convincerlo. Un ruolo determinante per il sì lo ebbe Mina, la grande Mina. In una cena a tre rassicurò Fabrizio e gli garantì che sarebbe stato un successo. Ma Faber rimase perplesso fino all’ultimo, lui che nella zona apuo-versiliese si era esibito gratis per gli anarchici di Carrara. La sera della Bussola a farlo salire di peso sul palco fu il regista Marco Ferreri.

In sala c’era ad aspettarlo il fratello Mauro e tanti altri amici come Gino Paoli, Paolo Villaggio che ebbe anche lui un ruolo determinante, Lino Toffolo e un giovane Francesco De Gregori. "Si sedette su una sedia e iniziò a scherzare sulle note de ‘La cattiva strada’", ricorda Mario Bernardini, figlio di Sergio. Il concerto ebbe inizio sulle note de "La canzone dell’amore perduto" e il pubblico si sciolse come lo stesso cantautore. "Rotto il ghiaccio non voleva più scendere dal palco" commentò Ricky Belloni il musicista che poi sarà dei "New Trolls" e che lo accompagnò con una band composta anche da Giorgio Usai, Gianni Belleno e Giorgio D’Adamo. Nelle polemiche di quei giorni intervenne anche Francesco Guccini che non aveva approvato la scelta di Faber. Fare il primo concerto nel "tempio della borghesia" e con un biglietto che costava 10mila lire non andava giù a tanti appartenenti della galassia della sinistra. Era il periodo delle violenze di piazza e delle P38. Il cantautore non aveva mai fatto mistero delle sue convinzioni anarchiche e da poco era uscito "Storie di un impiegato", il suo album più politico. Anche in sala alla Bussola qualcuno protestò: "Fabrizio si è venduto" gridò uno dal pubblico. Il 2 giugno dello stesso 1975 De André cantò al Giardino Scotto di Pisa a favore di Lotta Continua come ‘riparazione’ di quella prima alla Bussola. Ma con i soldi di quel tour De André insieme a Dori Ghezzi si comprò la tenuta in Gallura dove nel 1979 entrambi vennero sequestrati dall’Anonima sarda. Lui, Fabrizio, commentò in modo asciutto il debutto live. "Alla mia carriera mancava una cosa, una verifica diretta con il pubblico così ho voluto provare. E’ stato un grosso rischio, ma dovevo affrontarlo". Domani sera al teatro Garibaldi di Prato la tribute band di De André ‘Via del Campo’ ricorderà questa ricorrenza proponendo la stessa scaletta del debutto. Ci sarà il giornalista Marco Bernardini, nipote di Sergio, che parlerà di quella serata.