"Il mio sogno americano". Carnevale invade gli Usa

Il digital artist viareggino selezionato per una linea di tazze dalla Sublimart "Anche questo progetto è nato inseguendo con ostinazione una passione".

"Il mio sogno americano". Carnevale invade gli  Usa

"Il mio sogno americano". Carnevale invade gli Usa

VIAREGGIO

Il sogno è americano per Raffaele Carnevale, che ha firmato una linea di tazze per gli Stati Uniti. Fotografo "per la cronaca" (ha scattato per quotidiani e periodici) e digital artist "per essere felice", Carnevale ha dato sostanza ad un desiderio grazie all’azienda Sublimart – con sede e Glanview, in Illinois – che ha scelto le sue opere digitali per colorare una serie di tazze. O mug (per chi vuò fa’ l’americano), “made in Usa“ ma “pensate a Viareggio“.

"Adesso immagino già il titolo per quest’articolo: “Carnevale alla conquista dell’America“, che dici?", scherza (ma non troppo) prima di raccontare com’è nato questo progetto. "Come tutte le cose belle che mi sono capitate nella vita, è nato inseguendo con ostinazione una passione".

"Così – prosegue – è stato per la fotografia, che è stata la mia prima professione. Per tanti anni ho studiato da autodidatta per mettere a punto lo scatto perfetto, per arrivare a dare forma con la macchina ad un’idea. E così è andata con la digital art. Ho sempre disegnato per diletto, e grazie alle nuove tecnologie – prosegue – sono riuscito a trovare lo strumento giusto per concretizzare le mie fantasie".

Il procedimento creativo nasce da uno schizzo lasciato di getto su un foglio, poi proiettato sullo schermo del pc e perfezionato con programmi di grafica. "Non cerco immagini precise, ma suggestioni oniriche" dice Carnevale. Che l’America l’ha trovata per caso: il titolare di Sublimart è un italiano che abita in Illinois da quarant’anni, "le nostre strade si sono incrociate grazie ad un amico in comune. Ha visto i miei lavori e ne ha selezionati alcuni per produrre questa linea di tazze". Ora in vendita a Glenview, a Chicago e sullo store on-line in tutti gli Stati Uniti. "Per me – conclude – è una grande soddisfazione. Se penso di fare della digital art un lavoro? Perché no...".

mdc