
L’inceneritore di Falascaia è stato sequestrato e chiuso per sempre nel luglio 2010 dopo gli esposti dei comitati
L’immagine è quella della Fenice che rinasce. Dalle ceneri, ovviamente. Anzi, dall’ex inceneritore. Che invece di essere raso al suolo potrebbe accogliere un auditorium da 800 posti, uffici, negozi, cinema e ristoranti per un totale di 6mila metri quadri. Il progetto sarà la punta di diamante della conferenza promossa dal "Circolo Cultura Pietrasanta" venerdì al Sant’Agostino sulla rigenerazione urbana e l’archeologia industriale di Pietrasanta. L’idea è di proporre alternative per i siti abbandonati "in modo da convertire il degrado in altra vita per un nuovo modello di sviluppo". La conferenza, patrocinata da Comune e Ordine degli architetti di Lucca, durerà dalle 14,30 alle 19,30, mentre da venerdì a domenica ci sarà una mostra sugli interventi in corso sul territorio e quelli proposti dal circolo.
"Parleremo delle decine di siti abbandonati in Versilia – spiega il presidente del circolo Marco Pacini – e della possibile rigenerazione. La realtà dei siti industriali non è contemplata nel nuovo Piano operativo, ma la storia è piena di esempi: dal Lingotto di Torino all’ex mattatoio a Testaccio di Roma, fino alla Battersea power station a Londra, citata anche dai Pink Floyd. Ci concentreremo sugli ex lavatoi di Stiava, l’ex fornace Dati di Camaiore, la Pantanella a Querceta, e a Pietrasanta gli ex macelli, le officine Barsanti, l’Ambrosiana, l’ex laboratorio Pierotti, cava Ceragiola e molto altro". Nella lista dei relatori compaiono anche l’assessore ai lavori pubblici Matteo Marcucci, il capogruppo di "Insieme per Pietrasanta" Lorenzo Borzonasca e l’ex consigliere Pd Nicola Conti. Un capitolo a parte sarà poi dedicato all’ex inceneritore. L’ex assessore Pietro Lazzerini ricorderà le battaglie al Pollino per la salute pubblica, il direttore Ersu Walter Bresciani Gatti parlerà del presente e Pacini illustrerà la proposta di recupero con il concept "La Fenice" coniato dalla segretaria del circolo Tiziana Puccetti. "L’involucro è ancora in buone condizioni – spiega Pacini – e demolirlo vorrà dire buttare al vento i 60 milioni costati alla comunità tramite il Consorzio ambiente Versilia, senza contare che la demolizione costerà altri 4-5 milioni. Serve un ripensamento culturale da lasciare ai posteri. L’ex Camp non si presta a ospitare un auditorium, mentre l’ex inceneritore è baricentrico, vivibile e lontano dai centri abitati".
Daniele Masseglia