
Il fenomeno in cifre: "Da noi 50 casi l’anno. È la punta dell’iceberg". Tanti rifiutano le cure
Lo tsunami del calcioscommesse sta riportando alla luce una delle dipendenze più diffuse in Italia come quella del gioco d’azzardo. Un fenomeno che oltre ad aver registrato l’anno scorso un giro d’affari mastodontico, pari a 140 miliardi di euro, non risparmia neppure la Versilia. I numeri
ufficiali, nel nostro territorio, si attestano su una cinquantina di cittadini che si fanno curare per sconfiggere questa dipendenza. "Ma è solo la punta dell’iceberg: in realtà ce ne sono diverse centinaia. Non escono allo scoperto per vergogna o per una mancata o sottovalutata percezione della malattia". A sollevre il coperchio è il medico e psichiatra Guido Intaschi (nella foto), responsabile del Servizio per le dipendenze (Serd) dell’Asl Versilia, il quale ci tiene subito a precisare che il termine "ludopatia" non è il più adeguato.
"Sebbene l’abbia introdotto un ministro – dice – crea solo confusione: più che altro la chiamerei azzardopatia, come quella di cui soffrono diversi calciatori patologici. Non è un vizio, ma una malattia vera e propria, un disturbo complesso. In base a varie statistiche e indagini, in Italia ne soffre una fascia di popolazione molto ampia, diciamo tra 1 e 1,5 milioni di persone". Spostandoci in Versilia, su una popolazione totale di circa 160mila abitanti in un anno sono 50 i giocatori patologici seguiti dal Serd (i tossicodipendenti sono 700, gli alcolisti 300 e i tabagisti 50). "Nell’intera Asl Toscana nord ovest – prosegue Intaschi – ci occupiamo di alcune centinaia di casi. Facciamo anche dei gruppi ogni mercoledì. Persone che hanno superato quella resistenza che impedisce di chiedere aiuto e di poter guarire. In genere le donne prediligono il gratta e vinci, gli uomini anche le scommesse sportive. In Italia – conclude – a causa del lockdown il giro d’affari era calato dai 110 miliardi euro nel 2019 agli 80 miliardi nel 2020, per poi risalire ai 140 miliardi del 2022, soprattutto il gioco online".
Daniele Masseglia