IRENE PUCCIONI
Cronaca

Il consiglio del medico dei campioni: "Non sottovalutiamo certi segnali"

Borchi, 80 anni, va in bici macinando fino a 200 chilometri alla settimana. Il segreto? Allenamento e controlli

Il consiglio del medico dei campioni: "Non sottovalutiamo certi segnali"

Il consiglio del medico dei campioni: "Non sottovalutiamo certi segnali"

Medico sportivo con la passione delle due ruote, Remo Borchi - dal 1993 al 1999 dottore della Nazionale Italiana di Ciclismo – alla bella età di 80 anni va ancora assiduamente in bici macinando una media da 150 a 200 chilometri alla settimana. Il segreto? Sicuramente una costituzione fisica non comune che gli ha dotato Madre Natura, ma tutto il resto è frutto di allenamento e di un meticoloso e periodico controllo del proprio stato di salute. Come tutti, anche il dottor Borchi è rimasto particolarmente colpito dalla notizia della tragica scomparsa di Mattia Giani, il calciatore di 26 anni, deceduto lunedì mattina a Careggi dove era arrivato in condizioni disperate dopo che si era accasciato a terra, durante la partita di Eccellenza contro il Lanciotto, a Campi.

Dottore, che idea si è fatto?

"Dalla mia esperienza di medico sportivo e soprattutto tenendo conto della giovane età dell’atleta, tenderei ad escludere che sia stato colpito da infarto. Questo si poteva verificare nel caso in cui il ragazzo avesse avuto un’anomalia congenita dalla nascita. Ma dalla visita medica annuale, prima o poi, sarebbe emerso".

La visita medica alla quale ogni tesserato si sottopone annualmente non riesce a rivelare queste problematiche?

"C’è quell’imponderabile che non si può prevedere. Durante la visita i paramatri possono risultare tutti perfetti, ma può accadere che, a distanza di un po’ di tempo, all’atleta venga un’influenza o un’infezione virale che può andare a colpire e danneggiare anche il cuore".

Esistono dei campanelli d’allarme che è importante saper ascoltare?

"In certi casi i campanelli possono esserci, in altri no. Ci sono purtroppo patologie che come primo sintomo arresto cardiaco. Però se si avvertono dolori all’altezza della scapolare o al torace che vano e vengono è importante approfondire. Mi è capitato il caso di un cicloamatore che mi ha riferito di un dolore alla scapola durante le sue uscite in bici. Gli ho fatto fare una visita con test da sforzo al cicloergometro e sono venuti fuori valori anomali, segni abbastanza evidenti di una sospetta cardiopatia ischemica. Si è sottoposto angioplastica ed è potuto tornare in bici, seppur con cautela".