I retroscena del Palazzo. Altolà della Lega agli alleati (FI e FdI) sul candidato sindaco

Siluro di Pacchini e Santini a Costagliola: "Ad ora nessuno è adatto a tale ruolo". Intanto l’ombra di GDG infiamma anche la campagna elettorale a Capannori.

VIAREGGIO

"Vengo anch’io?. No, tu no. E perché? Perché no". Ve lo ricordate Enzo Jannacci? Il ’’dottore’’ era così: diretto e anche un po’ snob. Un po’ come la Lega, in salsa viareggina. Ma andiamo con ordine. Prima l’antefatto. Qualche giorno fa Circo Costagliola, stretto collaboratore della vice segretaria di Forza Italia Deborah Bergamini, ha dato la propria disponibilità a fare il candidato sindaco del centrodestra a Viareggio. Ora, è vero che alle elezioni amministrative mancano ancora un anno e mezzo o – a rigor di legge (ma queste sono sottigliezze da fini giuristi) – due. Ma qui poco importa. Infatti, il consiglio direttivo della Lega di Viareggio, riunitosi lunedì sera, ha fatto sapere che non se ne fa di nulla. "Pur lavorando quotidianamente e costantemente alle tematiche amministrative, in particolare a mezzo del proprio gruppo consiliare che vanta ben cinque esponenti – sottolineano la segretaria Maria Domenica Pacchini e il capogruppo Alessandro Santini –, ritiene ancora lontana la scadenza elettorale e pertanto ancora prematuro ogni ragionamento sulle candidature a sindaco". E per evitare di essere fraintesi aggiungono: "ogni discussione sarà affrontata al momento opportuno non potendosi, al momento, ancora individuare alcuna figura che possa valutarsi già pronta per tale ruolo". Insomma, come dicono gli anziani, “parlano a nuora (Forza Italia) perché suocera intenda (Fratelli d’Italia)“.

E anche nel centrosinistra le cose non stanno molto diversamente. Nelle ultime settimane l’avvocato Tiziano Nicoletti si era candidato a federatore di un centrosinistra alternativo e in totale discontinuità all’attuale maggioranza. Forse illuso che qualche “costola“ delghingariana staccasse la spina. Invece ecco che anziché un passo indietro ne sono arrivati due in avanti. Non solo tutte le liste civiche (più “CivicaMente“) hanno firmato un patto di "fine mandato", ma hanno creato anche un soggetto comune (“Casa Viareggio“) da cui partire per il prossimo mandato. Tutti insieme, naturalmente. E questo sia nel caso di un nuovo candidato sindaco e sia, a maggior ragione, se la riforma del terzo mandato fosse estesa ai Comuni superiori ai 15mila abitanti con Giorgio Del Ghingaro potrebbe succedere a se stesso.

E, così, Viareggio diventa il laboratorio di quel civismo che tanto piace sia a sinistra che a destra (come il caso di Firenze con Eike Schmidt). Anche perché il 54% incassato nel 2020 proprio da Del Ghingaro fa gola a tanti sia in vista delle Europee (pochi giorni fa l’ultima offerta arrivata da Carlo Calenda, ma dopo che in Piazza Nieri e Paolini già avevano bussato Pd, Forza Italia e Italia Viva) e anche in vista delle amministrative di Capannori. Nella cittadina della piana lucchese del resto Del Ghingaro è già stato primo cittadino per dieci anni. E il ricordo che ha lasciato è ancora vivo. Tanto che il sindaco uscente, Luca Menesini, ha inaugurato per la seconda volta due strutture (Artè e la Rsa di Marlia) in realtà restituite alla comunità, oltre dodici anni fa, proprio da Del Ghingaro. E Giordano Del Chiaro (il candidato del centrosinistra)? Per ora si ritrova, caso più unico che raro, Menesini candidato in consiglio comunale. Mentre il centrodestra sfoglia ancora la margherita per capire su chi puntare. Anche perché ben quattro di possibili candidati hanno chiesto: "ma Giorgio che ne pensa?". Poi non ne hanno fatto di nulla. Chissà che il quinto faccia come Mario Pardini e conti sull’endorsement di Del Ghingaro. "Provare per credere", recitava un fortunato slogan. E, a 30 anni esatti dalla scesa in campo di Berlusconi, l’effetto sorpresa continua ad essere ancora il più affascinante nonostante le alchimie e le formule da campo largo.

t.s.