
I murales che parlano Dal liceo "Carducci" nascono le audio-guide delle opere di Binar10
di Martina Del Chicca
Oltre alla forza immediata del colore, alla potenza evocativa dell’immagine, i murales che corrono lungo il muro del binario che non c’è, il Binario 10, alzato dopo il 29 giugno 2009 a ridosso della via Ponchielli, avranno anche il dono della parola. Narratori e narratrici di questa iniziativa, nata intorno al progetto creato dal Soroptimist nel 2019 in occasione del decennale della strage di Viareggio, per costruire un percorso artistico dove il treno merci carico di Gpl, deragliando, ha portato distruzione, sono gli studenti e le studentesse delle classi III BL e III CL (che da quest’anno frequenteranno la IV) del liceo classico Carducci di Viareggio.
Insieme alle professoresse di storia dell’arte, Alberta Stefanini, e di spagnolo, Martina Cerri – con il coordinamento della dirigente scolastica Nadia Ambrosoni – gli alunni e le alunne del Carducci hanno realizzato delle audio-guide alle quali sarà possibile accedere con uno smatphone attraverso un Qr Code che sarà applicato ad un pannello, da installare in via Ponchielli. Quelle audio-descrizioni accompagneranno dunque i visitatori, come nei musei, alla scoperta dei significati reconditi e dei messaggi lasciati dagli artisti e dalle artiste – firme internazionali della Street Art, talenti locali e stelle del Carnevale – su quel muro che divide le case della ferrovia. Il prima dal dopo, che dal 29 giugno 2009 separa la storia della città. Una tela grigia come il cemento che ogni anno si riempie di visioni, ma anche di memoria.
Durante lo scorso anno scolastico gli studenti e le studentesse, oltre a raccogliere dalla viva voce degli autori l’origine e il significato delle opere realizzate, hanno avuto anche la possibilità di incontrare il professor Bruno Ialuna, curatore artistico di Binar10 nato su impulso dal Soroptimist, con la presidente Isabella Luporini; e Marco Piagentini, presidente dell’associazione ’Il mondo che vorrei’ che riunisce i familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio. "Nel 2009 – racconta la professoressa Cerri – i ragazzi erano troppo piccoli per conservare un ricordo diretto del disastro ferroviario. Però hanno vissuto quella notte attraverso le testimonianze dei loro familiari. E l’incontro con Piagentini – prosegue – è stato particolarmente importante, perché ha permesso loro di conoscere anche cos’è accaduto dopo: il processo, l’impegno per la sicurezza, l’importanza della prevenzione".
Il progetto, che promuove cultura e ricordo, è germogliato in classe durante le ore di Storia dell’Arte, dall’interesse che gli studenti e le studentesse hanno manifestato nello studio della Street Art, nata col graffitismo come forma dirompente di proposta e di protesta. E da qui l’idea di approfondire le opere di casa, che ha condotto le classi fino in via Ponchielli. "Un luogo simbolo della città – spiega la professoressa Cerri –. Per questo abbiamo pensato che fosse importante raccontarlo". Per permettere a chi si ritroverà a passare di qui, a fianco del muro di Binar10, di conoscere la storia che ha segnato questa strada e la volontà di riscatto. Attraverso la battaglia per la verità e la sicurezza condotta dal Mondo che Vorrei, ma anche lo spirito di rinascita.
"Attualmente – prosegue la docente – abbiamo realizzato sei audio-guide per altrettanti murales. Ma vorremmo dare un futuro a questo progetto, e completare le descrizioni di tutte le opere". Oltre ad essere già state tradotte in spagnolo le audio-guide rappresentano anche un’occasione di inclusività. Infatti al percorso di stesura dei testi ha partecipato anche la sezione lucchese dell’associazione ipovedenti con la presidentessa Silvia Chelazzi. "Così che questi murales – conclude la professoressa Cerri – possano svelarsi a tutti".