
I letti "buffer" all’Ospedale Versilia. Nove posti in più per l’emergenza
Ci mancava il letto buffer. Tutto in inglese suona meglio e sembra chissà cosa. Nella realtà questo buffer è il letto provvisorio, posticcio. L’Asl Nord Ovest ne ha messi 9 in aggiunta ai 24 disponibili nella degenza "Media 3", a sostegno del Pronto soccorso. Così ora, per far fronte all’emergenza dei cresciuti accessi, con attese dei pazienti da 20 a 72 ore per essere smistati al reparto o dimessi, i posti letto disponibili sono 33. Come gli anni di Cristo quando salì il Calvario.
"A seguito dei problemi di sovraffollamento che si stanno verificando all’Ospedale Versilia a partire dai giorni del ponte dell’Immacolata – annuncia l’Asl – sono state attivate varie azioni in grado di far migliorare gradualmente, anche se lentamente, la situazione. Nei giorni scorsi si è registrata una notevole affluenza in Pronto soccorso e una difficoltà di dimissione, legata anche al fatto che in molti casi si trattava di persone anziane con riacutizzazione di problemi cronici e con comorbidità", cioè più patologie concomitanti.
"L’Azienda e la direzione ospedaliera, che rinnovano le loro scuse verso coloro che hanno dovuto aspettare più del consueto in Pronto soccorso – prosegue la nota – stanno attivando ogni possibile azione compensatoria come previsto dalla procedura di sovraffollamento: Le prime misure attivate sono attenzione sui ricoveri programmati, estensione a 24 posti letto ordinari nel reparto di degenza “Media 3”, alcuni appoggi in area chirurgica, la massima attenzione alla dimissione verso le strutture territoriali, l’ottimizzazione dei tempi di diagnostica per favorire la dimissione tempestiva, il lavoro di rete con gli altri presidi ospedalieri aziendali. Sono stati inoltre attivati, in maniera straordinaria e temporanea, altri 9 letti buffer, portando così (temporaneamente e fino al rientro della criticità) il setting di degenza “Media 3” alla sua massima capacità di accoglienza e quindi fino a 33 posti letto ordinari complessivi, da considerare come pluridisciplinari sulla base della domanda di ricovero dal Pronto soccorso".
E ancora: "Si punta inoltre a rendere sempre più tempestive le dimissioni, avvalendosi della collaborazione dell’importante funzione del “Bed manager” e rendere pratica sempre più diffusa il tutoraggio medico dei pazienti che, come comprovato, snellisce il processo di dimissione. Un altro obiettivo è far sì che ogni struttura garantisca la massima disponibilità verso le richieste di consulenza e presa in carico da parte del Pronto soccorso. La direzione medica di presidio continuerà a monitorare attentamente e costantemente la situazione in ospedale".
Ordunque: letti buffer, setting di degenza, bed manager (l’amministratore dei letti); come in pandemia con l’hub vaccinale (snodo in inglese, in italiano centro), o il booster (in italiano richiamo). Viene a mente il jobs act per l’occupazione. Ma dietro agli anglicismi che spopolano come non mai, resta il problema al centro dell’agitazione sindacale della Fials: al "Versilia" 150 posti scoperti in pianta organica, e l’anno prossimo nessun rimpiazzo di chi va in pensione. Perché il problema non è aspettare su un letto o una lettiga, ma avere una diagnosi dopo ore e ore che possono essere vitali. Quando capita l’errore, è spesso ipocrita incolpare medici e sanitari stanchi e stressati dal super lavoro. Nel lavoro si sbaglia tutti, ma l’errore in sanità è drammatico. Cime i tagli pluriennali del personale, iniziati tanti governi fa con lo slogan di allora: "Ce lo chiede l’Europa". Qui si parla di urgenze. Per il resto c’è la sanità privata. Ma non per tutti.
Beppe Nelli