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I gatti antidepressivi E Santa Chiara

di Ciro Vestita

I gatti sono animali speciali, affettuosi ma anche un po’ arroganti. Soprattutto quelli viziati che vivono con noi. Se date un biscotto ad un cane egli vi ringrazierà scodinzolando. Se offrite un chicco al gatto egli lo annuserà e, se potesse parlare, direbbe: buon odore caro amico ma adesso non mi va, forse più tardi se ho tempo passo a mangiarlo.

Bontà loro, e vabbeh diventare gattari con queste gioie è facilissimo. La gattara più famosa fu Santa Chiara con la sua gatta preferita, Suor Gattuccia che condivideva con lei la cella nel convento di San Damiano.

Ma anche uomini “duri” si piegavano al fascino di questi animali. Costanzo Ciano eroe della prima guerra mondiale e ideatore con D’Annunzio della Beffa di Buccari, nella sua Livorno sponsorizzava la Ciucia, immensa e generosa donna gattara del quartiere Venezia .

Altra città “gattara“ era Roma; si racconta che a fine ottocento Roma avesse due milioni di gatti (e nemmeno un topo), fino al triste manifesto "Non c’è trippa per i gatti" che il sindaco Ernesto Nathan nel 1912 fece affiggere in tutta Roma per annunciare, causa la crisi del tempo, che il comune di Roma non poteva più contribuire al mantenimento di gatti che fino ad allora consisteva nell’acquistare per queste bestiole prelibata trippa e lampredotto.

E ora un meraviglioso studio appena arrivato: avere un gatto in casa è un antidepressivo. Accarezzare con affetto queste bestiole permette la liberazione da parte del cervello di Endorfine, le molecole della felicità. Quindi se possiamo adottiamo un gattino. Rimane il problema delle allergie ma, dicono gli esperti, alcune razze quali il Gatto siberiano, il Bengala, il Gatto Norvegese, non creerebbero problemi di allergie.