L’estate di San Martino ha cominciato ad asciugare gli scantinati degli stabilimenti balneari allegati dopo la mareggiata che lo scorso 3 novembre, mentre l’entroterra della Toscana grondava di fango, ha sommerso la costa. E intanto a Torre del Lago le ditte edili sfruttano la tregua del maltempo (che speriamo possa durare più di tre giorni), per completare i lavori sui tetti che la furia dell’uragano piombato la sera del 30 ottobre sull’ultimo isolato del viale Marconi ha sollevato, in un minuto, sradicando piante, finestre e cancelli; mentre sulle colline, e in montagna, sono in corso gli interventi per ripristinare smottamenti e frane. Come quella che ha sbarrato la via di Arni, a Stazzema; o quella, già risoltam che a Pietrasanta, all’Albetreta, ha semi-isolato una quindicina di famiglie. E in attesa che il governo, come richiesto anche dal presidente della Regione Eugenio Giani, inserisca la provincia di Lucca, e dunque la Versilia, nel decreto di emergenza nazionale dichiarata dal capo della Protezione Civile, per aprire la strada ai risarcimenti statali, la stima dei danni patiti dal territorio inizia a prendere forma.
Per Viareggio il sindaco Giorgio Del Ghingaro ha già consegnato al Ministro Nello Musumeci – in occasione della riunione istituzionale che ha anticipato il convegno dedicato al mare organizzato dal Comune di Forte dei Marmi – un primo report dettagliato delle criticità.
Complessivamente sono venti gli stabilimenti viareggini, tutti affacciati sulla Passeggiata, che a causa della mareggiata hanno calcolato perdite per un valore al momento di 865mila euro per gli allagamenti agli scantinati e ai locali interrati ad uso deposito che ospitano cucine, attrezzature e impianti elettrici. Tra i più colpiti risultano il bagno Narcisa, dove si stimano 200mila euro di danni; il Guido con 120mila euro; lo Zara, sulla Terrazza della Repubblica, con 100mila euro; il Florindo con 80mila.
L’esondazione del canale Burlamacca, gonfiato dal Libeccio con l’acqua di mare, lungo la via Rosolino Pilo, le vie della Foce e Genovali e, in misura minore, sul Lungocanale Est e Ovest, ha provocato allagamenti ai piani terra dell abitazioni con "alcune case invase da 2030 centimetri d’acqua" scrive nella relazione la dirigente alla Protezione Civile Iva Pagni. E il forte vento di quella mattina, con raffiche fino a 90 chilometri orari, "Ha causato anche la caduta di varie piante, essenzialmente pini e lecci". Da un primo conteggio, fra la Pineta di Ponente e di Levante, se ne calcolano tra le 40 e le 50; "Numero ancora parziale perché l’accesso a certe zone della Pineta di Levante – prosegue la comandante Pagni – non risulta ancora agevole".
Per la tromba d’aria che si è abbattuta sulla frazione , anticipando l’arrivo del ciclone Ciaran, "è stata dichiarata l’inaccessibilità a sette stabili – viene certificato nel report – con la conseguente evacuazione di 27 persone". Sei hanno trovato ospitalità nelle camere dell’hotel Giuly, altre sei sono al centro d’accoglienza istituito dal Comune nella sede della circoscrizione Marco Polo, mentre 15 persone hanno trovato posto a casa di amici e parenti. "Anche altre abitazioni – prosegue la relazione firmata da Pagni – hanno subito danni, sicuramente meno gravi ma comunque degni di nota", a cui si aggiungono "Al momento 7 segnalazioni di danni alle autovettura in sosta" travolte una pioggia di tegole.
Per i due eventi, la tromba d’aria del 30 ottobre e la mareggiata del 3 novembre, Il Comune di Viareggio ha impegnato in somma urgenza 44.288 euro, "oltre agli interventi per le alberature cadute con relativo smaltimento e la pulizia delle strade per la viabilità". "Restano da verificare – conclude il documento consegnato al ministro Musumeci – anche eventuali danni subiti da sistemi tecnologici di proprietà pubblica, come i sistemi automatici di annaffiatura o i sistemi di sollevamento dei contenitori sotterranei dei rifiuti di competenza di Sea".