di Tommaso
Strambi
Le cuffiette del cellulare infilate nei padiglioni auricolari. La gamba appoggiata alla panchina. Sembrerebbe un ragazzo qualsiasi. Uno delle migliaia di giovani che ogni giorno attraversano piazza d’Azeglio per andare al mare. Invece, lui se ne sta lì fermo. Per ore. Il cappellino calato sulla testa. Compulsa freneticamente sulla tastiera dello smartphone. Anche se non gli sfugge nulla, di cosa accade intorno. Osserva tutti, guardingo. Perché, in fondo, è lì per quello.
A Scampia le chiamano le ‘sentinelle’, hanno il compito di dare l’allarme quando arrivano le forze dell’ordine. E anche qui il lavoro è lo stesso. Già, perché il triangolo Moletto, Passeggiata, Pineta è il regno dello spaccio. Un’attività al dettaglio con decine di clienti ad ogni ora, del giorno e della notte. E quel ragazzo che staziona in via Foscolo, poco prima di Piazza Percy Bysshe Shelley, non è l’unica sentinella. In piazza Inigo Campioni ce ne sono altre, e così pure dietro la chiesa di Sant’Andrea. Qui non ci sono le grandi ‘vele’ di Scampia, ma il sistema è lo stesso. La sentinella osserva e dà l’allarme non appena si avvicina qualcuno di ‘sospetto’. In un rovesciamento di ruoli tra guardie e ladri.
A tutte le ore il mercato della droga è bello fiorente, con 5 euro si può avere di tutto. E l’odore della ‘maria’ impregna l’aria. Sembra di entrare in un rave, invece, di accedere ad una delle passeggiate a mare più belle d’Italia.
"Vuoi un po’ di erba", biascica un giovane di colore al ragazzo che, a passo spedito, si dirige verso la passerella. "Ho tutto quello che vuoi", lo incalza mentre l’altro cerca di affrettare il passo. Due ragazzine più giovani, invece, si fermano. Chiedono informazioni. Il ragazzo di colore si allontana dietro la siepe, e quando ritorna allunga la mano. Il passaggio di soldi e della bustina è rapido. Altre volte, invece, sono ragazzi in bici che si incrociano. La contrattazione è rapida. Ogni tanto ci scappa una lite. Come l’altra sera. Mancano pochi minuti alle 18.30, un magrebino afferra per il collo un ragazzo di colore. "Restituiscimi il cellulare", gli urla in faccia. Intorno i passanti si guardano stupiti (un po’ sorpresi) e allungano il passo. Le ‘sentinelle’ si avvicinano. Non ci devono essere problemi e quel magrebino li sta creando. La colluttazione va avanti per diversi minuti. Poi il cellulare esce fuori e l’incidente si chiude. Anche perché in lontananza spuntano due ’’gazzelle’’ dei carabinieri.
Le giornate si sono fatte più corte. Verso le 19.30 nella Pineta le ombre dei padroni a passeggio con i cani si allungano tra il viale Capponi e i vialetti interni. Seduti a un tavolino ci sono sette giovani (quattro ragazzi e tre ragazzine). Parlano del più e del meno. Sullo smartphone scrollano i video di TikTok che ’’pompano’’ i brani dei rapper più in voga. A cominciare dalla terza strofa virale del rapper Artie 5ive “la gattina“ o i video di Filippo Champagne cantore de “la fresca“ (i sodi, nello slang degli adolescenti). Le ragazze ridono. Sono perfettamente integrate. Avranno al massimo 15 anni. Unghie lunge e colorate, top e booty shorts. Dalla parlata ("delfia") sono decisamente viareggine. I loro amici sono ’’locali’’ e stranieri di seconda generazione. Ogni tanto uno di loro riceve un messsaggio su WhatsApp, si alza, si addentra di qualche metro dove la vegetazione è più folta. Poi ritorna indietro. Intanto lo avvicina un uomo in monopattino. Anche in questo caso lo scambio è rapido. Benvenuti nel megastore della droga a cielo aperto.