
Tabaccai sul piede di guerra. E’ atteso per oggi il Dpcm che dovrebbe chiarire se questi debbano, dal 1° febbraio, controllare il green pass base all’ingresso oppure no. Nonostante le proteste, sembra che la linea del governo sia quella dell’obbligo. Che dovrebbe scadere il 31 marzo, con la fine dello stato d’emergenza, a meno che questo non venga rinnovato.
"Finora il governo ci ha considerato una categoria essenziale - afferma Giuseppe Pucci, titolare dell’omonima tabaccheria e vicepresidente provinciale Federazione italiana tabaccai - con questa decisione non lo saremmo più. Abbiamo sopperito nei mesi di lockdown e non solo alle mancanze delle Poste, fornendo vari servizi. Ma con questo cambiamento un terzo delle attività chiuderà, perché sono esercizi a conduzione familiare e non si possono permettere di assumere personale per controllare il green pass. Chi potrà, fornirà i propri servizi all’esterno in modo da non dover chiedere la certificazione. In più ci sono dei controsensi: se dobbiamo mantenere il più possibile il distanziamento, col controllo del green pass questo si riduce in maniera notevole".
Gli fa eco Gabriele Bandini della tabaccheria Poli. "E’ una decisione pensata male, non è fattibile avere qualcuno in più che controlli il green pass. Se venisse confermato l’obbligo, il lavoro si rallenterebbe di sicuro, visto che non possiamo assumere altre persone. In più si creerebbero degli assembramenti fuori per la fila. In alcuni casi il green pass rimane attivo anche se la persona è positiva, quindi il controllo ha i suoi limiti, se il cittadino non si attiene alle regole".
"Imporre ora il green pass per entrare nelle 50mila tabaccherie italiane sarebbe una complicazione ulteriore per la vita dei cittadini e per i tabaccai". Parte invece oggi l’obbligo di green pass base per parrucchieri e centri estetici. "Ci siamo già organizzati - dice Jonathan Picchi, titolare insieme a Natascia Coluccini di Ladies&gentlemen - la nostra receptionist controllerà anche le certificazioni verdi. Anche prima controllavamo la temperatura e rilasciamo un certificato di avvenuta misurazione, ora aggiungeremo anche il controllo del pass. Semmai un calo lo prevedo nel settore maschile. Un taglio e piega da noi costa 22 euro, quindi 15 euro di tampone si avvicinano molto al prezzo che avrebbero pagato senza questo". "Non credo che la situazione cambierà più di tanto - sostiene Andrea Maccioni del salone Firmato Andrea - la maggior parte dei nostri clienti sono tutti vaccinati, in ogni caso si vedrà domani. Già da qualche settimana la clientela ci chiedeva se doveva mostrare il green pass. Comunque se ci sarà qualche differenza si vedrà alla fine del mese quando le clienti torneranno a farsi il colore. Se dovesse servire per uscire dalla pandemia, ben venga".
A.G.