E' morta la produttrice cinematografica Grazia Volpi

Nel 2012 aveva vinto il David di Donatello come miglior produttore per "Cesare deve morire" dei Taviani, Orso d'oro al Festival di Berlino

Grazia Volpi

Grazia Volpi

Viareggio, 9 febbraio 2020 - Addio a Grazia Volpi, produttrice cinematografica dei fratelli Taviani ma anche di Francesco Maselli e Giuseppe Ferrara. E' morta venerdì sera a Viareggio all'età di 78 anni ed era nata a Pontedera il 29 marzo 1941.

"E' stata una delle prime donne in Italia a scegliere la carriera di produttrice di film, sfidando la concorrenza maschile e riuscendo ad affermarsi", ha scritto l'Anac in una nota. "Ci ha lasciato la nostra amica Grazia Volpi complice del nostro lavoro: con lei abbiamo condiviso passioni, ansie, gioie", ha scritto in un necrologio il regista Paolo Taviani con la sua famiglia e quella del fratello Vittorio deceduto nel 2018. Nel 2012 Grazia Volpi aveva vinto il David di Donatello come miglior produttore per "Cesare deve morire" dei Taviani, Orso d'oro al Festival di Berlino.

Era nata a Pontedera il 29 marzo del 1941 e iniziò a lavorare negli anni '60 come organizzatrice generale e direttrice di produzione nei film dei fratelli Taviani. Divenne coordinatrice di "Una Cooperativa Cinematografica", società di produzione dei Taviani e Giuliani G. De Negri; esordì come produttrice nel 1975 per la cooperativa Aata. Con le società Gierre, Filmtre, Ager3 e Kaos Cinematografica ha realizzato tutti i film e le fiction televisive dei Taviani.

Grazia Volpi cominciò a lavorare nelle produzioni cinematografiche dalla metà degli anni '60 divenendo ben presto, e molto giovane, organizzatore generale, ruolo con cui ha collaborato a numerosissimi importanti film fra cui: "Sotto il segno dello scorpione", "Allonsanfan", "Padre padrone", "San Michele aveva un gallo", "Il prato", "La notte di San Lorenzo", "Kaos", "Good morning Babilonia" dei fratelli Taviani; "Il sospetto", "Lettera aperta a un giornale della sera" di Maselli; "Uomini e no", "Figlio mio infinitamente caro", "Corbari" di Valentino Orsini; "Le due stagioni della vita" di Samy Pavel; "L'ultimo uomo di Sara" di Virginia Onorato. 

Come produttore Grazia Volpi ha iniziato nel 1975 per la cooperativa Aata, con il film "Quanto è bello lu morire accisu" di Ennio Lorenzini, cui hanno fatto seguito "La settimana di Chiara Brenna" di Giorgio Pelloni e "Maternale" di Giovanna Gagliardo. Ha prodotto inoltre "La donna della luna" di Vito Zagarrio e "Dicembre" di Antonio Monda e, con Giuliani De Negri, "Il sole anche di notte" dei Taviani. Dopo "Fiorile", ancora dei Taviani, "Tous les jours dimanche" di Jean Charles Tacchella, "Segreto di Stato" di Giuseppe Ferrara, "Tiburzi" di Paolo Benvenuti e "Le affinità elettive" e "Tu ridi" dei Taviani, ha prodotto "Grazie di tutto" di Luca Manfredi, "Mare largo" di Ferdinando Vicentini Orgnani, "Prima la musica poi le parole" di Fulvio Wetzel, "Il compagno" di Maselli e "Rosa e Cornelia" di Giorgio Treves, "Operazione rosmarino" di Alessandra Populin, "Generazioni d'amore" di Ottavio Rosati.

Ha prodotto anche le miniserie tv "Resurrezione" e "Luisa Sanfelice" dei Taviani, "La masseria delle allodole" sempre dei Taviani, "Forse Dio è malato" di Franco Brogi Taviani, "Il commissario De Luca" di Antonio Frazzi tratta dai romanzi di Carlo Lucarelli. Grazia Volpi, ha scritto l'Anac in una nota, "ha finanziato e promosso tanto altro cinema. Con lei non scompare solo una figura importante della cinematografia italiana, ma anche una personalità femminile di grande spessore umano, che ha affrontato con riservatezza e dignità un' insormontabile dolore personale. L'Anac la vuole ricordare, esprimendo nei suoi confronti tutto l'affetto e la riconoscenza per l' opera che ha avviato e portato a termine. Siamo vicini ai suoi cari e a tutti coloro che le hanno voluto bene, in particolare alla nipote Betti che l'ha accudita a Viareggio negli ultimi tempi".